Avremo il Plenilunio nel segno del Toro a 19.53° il giorno 12 novembre 2019 alle ore 14.37 italiane.

Questa Luna Piena ci parla di Amore – l’amore nella sua alba nascente quando ancora non osiamo dire quella parola – e di possibilità di poter stare in quel delicato passaggio senza scappare  lontano da questa emozione, nè avanzare troppo velocemente anticipandone i tempi. Siamo nel mese del passaggio – manca ancora un bel pezzo a Natale e abbiamo lasciato il tiepido passaggio di fine estate e siamo immersi nella trasmutazione della luce in ombra, delle foglie verdi a rosse, arancioni, gialle fino al loro ricongiungimento alla terra, fanghiglia mista ad acqua, copiosa in questo ultimo periodo. La stagione delle castagne e delle zucche, alimenti buoni e morbidi nascosti da una scorza dura che sembra non mostrare la tenerezza al suo interno. 

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Un Plenilunio che ci chiama ad attraversare con la stessa saggezza ciclica della natura, i nostri luoghi interiori in cerca di nuovi equilibri, come si fosse scomposto qualcosa e ci vuole il giusto tempo per il rilascio, la purificazione e il ritrovamento di una nuova calma, più consapevole. Plenilunio illumina attraverso il potere di guarigione del corpo come ci mostra il caldo segno di Terra del Toro in cui si colloca. Luna che vuole insegnarci il piacere e la ricerca di stabilità in mezzo a tutte le correnti emozionali che ci tirano da una parte all’altra, per prepararci a entrare nel tempo dell’intimità dell’inverno, delle forze e risorse da conservare per affrontare il freddo – metaforico e non solo.

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Entriamo dunque a piene mani nella natura profonda del nostro arcaico istinto di sopravvivenza, provando a rallentare come la pioggia e il clima più freddo invita a fare, andando a sciogliere i nodi energetici rimasti intasati, con un cambio di alimentazione, o un massaggio, una coccola verso noi stessi, un profumo diverso o un bagno caldo mentre fuori il mondo si muove in corsa. Attraverso i sensi, la vista, il tatto, la vista e l’udito iniziamo a riprendere contatto con noi – il nostro corpo è la prima cosa che possediamo – come se coccolassimo un bambino, trovando  le vie di accesso della nostra dolcezza racchiuse sotto tutte le scorze dure della difesa più grande che attuiamo in modo inconsapevole e automatico in tante aeree della nostra vita: la paura di non reggere il dolore.

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E’ una luna densa e concreta, in un mese intriso di energie molto sotterranee che si muovono a fior di pelle, sotto il primo strato di coscienza. Per questo è importante sentirci ancorati, presenti iniziando con il sentirci a livello corporeo, per poi proseguire a porre ancora una volta basi solide all’interno di noi stessi e al di fuori di noi, nelle costruzioni materiali della nostra vita e nei valori portanti della nostra esistenza. Basi e fondamenta della nostra personalità che come radici si estendono in fondo alla terra, partendo dalle nostre origini sacre con cui riappacificarsi fino alle nostre radici attuali da edificare. Basi e risorse che possano permetterci di espanderci oltre noi stessi e oltre il velo della paura, attraverso Venere – pianeta governatore di questa Luna – e la relazione con l’altro e il penetrare altrettanto profondamente nelle Radici – Anima dell’amato. 

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La Luna piena brilla nel segno del Toro illuminata dal suo opposto Sole in Scorpione congiunto a Mercurio retrogrado. Venere, pianeta governatore del segno del Toro, si trova in Sagittario e forma una quadratura con Nettuno nei Pesci. 

Vediamo di entrare nei meandri di questi pianeti attraverso delle parole: 

 

ASSOLUTO        BELLEZZA               EROS       FANTASIA            DESIDERIO            

 PRESENZA             MANCANZA            TOTALITÀ                         FISICITÀ          

 DUBBIO        NOSTALGIA             APPARTENENZA         DISTANZA     

LEGAMI         PAURA         POSSESSO        CURIOSITÀ 

  

Questo Plenilunio attraverso la presenza di Mercurio in Scorpione retrogrado e l’aspetto di quadratura molto precisa tra Venere e Nettuno, ha il sapore di un tempo dilatato e immaginifico in cui scegliere di entrare. Scegliendolo per primi, gli daremo voce e spazio, e non saremo preda delle sue illusioni – ombra di Nettuno – che sopraggiunge quando siamo troppo ancorati alla ragione. Proprio per rifugiarci dai mostri come da bambini, potremo avvalerci del pensiero magico e dell’Immaginiamo che, di quando giocavamo e impersonavamo gli adulti in mondi fantasiosi in cui poter avventurarci.

Permettiamoci di usare questo tempo ‘delle streghe’ per entrare in connessione con le fantasie sepolte, i sogni proibiti che non abbiamo il coraggio di dirci, ma anche le grandi visioni creative e ricche d’intuizioni sulle scelte da percorrere. Un tempo più lento accanto al nostro quotidiano fatto di obblighi, lavoro, materia e presenza. Cerchiamo il nostro luogo remoto in cui rifugiarci, visualizziamolo come luogo interiore protetto anche mentre siamo nel pieno traffico, il nostro cantuccio segreto che niente e nessuno potrà portarci via perché ci appartiene. Ci è sempre appartenuto. Come il corpo che impariamo a sentire, sintonizziamoci anche di cosa è piena la nostra stanza dei desideri e dei sogni. La camera delle meraviglie dove nascondiamo cimeli, ricchezze, segreti, ricordi, fantasie, ma anche quel tempo eterno che cerchiamo ogni volta nell’amore quando vogliamo sentirci compresi, visti, amati. 

Quella stanza che vorremmo e temiamo di mostrare quando amiamo.

Quel confine sottile, delicatissimo ma immenso dove vorremmo spalancare tutte le porte e far entrare il nostro amico/amica prescelto, ma allo stesso tempo è il primo confine in cui tiriamo giù saracinesche e muraglie spesso così violente nel far uscire/scappare l’altro non appena ci delude o ci ferisce.

 

Riusciamo ora a comprendere che non dobbiamo essere né saccheggiati e invasi, ma nemmeno trincerati e protetti, ma isolati, con mura troppo spesse?

 

In entrambi i casi, sia quella del sentirci invasi, sia quella del doverci proteggere troppo, non entriamo mai davvero in contatto con l’altro, perché stiamo solo reagendo a lui – con troppa paura o troppa accoglienza. E’ venuto il momento di stabilire dei confini equi e sani che permettono di far fluire l’amore per noi stessi e l’amore per l’altro, senza che le due cose siano separate. Iniziamo per primi a famigliarizzare con i nostri confini: pelle, corpo, anima, emozione e quel luogo sacro nascosto da qualche parte in noi. Per poi con lo stesso amore che riusciamo a dare a noi stessi, lo stesso rispetto per il giardino che con cura abbiamo curato, aperti e morbidi, risoluti e fermi, iniziare una danza tra il mio e il tuo giardino – presenti e non in balia di qualcun altro o dei nostri stessi impulsi reattivi.

 

 

L’Asse Toro – Scorpione ci invita a non temere il contatto con l’altro – lo straniero pulsionale e folle dentro di noi – e lo straniero fuori controllo che possiamo riconoscere, amare, detestare, temere e desiderare, fuori di noi. Ho messo la parola Eros nelle parole da integrare alla nostra vita per questa Luna; ma che cosa si intende con questo termine usato spesso a sproposito? Eros nel mito era il Dio dell’Amore e simbolo del principio vitale dell’Universo, figlio e amante di Venere con le sue frecce faceva ‘cadere in amore’ gli Dei e i mortali. Eros è una parola che ci parla di desiderio, di corrente vitale necessaria e urgente che ci anima e spinge nel voler raggiungere l’altro lato del ponte – desiderio che ci sposta con tutta la sua irruenza anche oltre la nostra paura. E’ l’unico a farci avere questo coraggio, di prendere aerei, treni, voler accorciare distanze e combattere per salvare ciò che proviamo. Il desiderio si dilata, vive e si amplifica, in proporzione al suo non esaurire mai la conoscenza di quel qualcosa che ci sfugge e verso il quale aneliamo.

Eros – principio di Venere, principio di piacere – non è legato a sicurezza, stabilità, continuità. Quelle anzi, quelle parole sono proprio le nemiche acerrime del desiderio, perché placano quello stato di necessità e desiderio incolmato che ci fa provare emozione, e allo stesso tempo, sedano quel ‘tormento spaventoso e magnifico’, paura, esitazione, attesa, che proviamo nei primi incontri con un’altra persona di cui ancora non conosciamo, né possediamo nulla del suo spazio sacro. 

Il suo territorio è vergine. La sua stanza è ancora chiusa, ne intravediamo solo la bellezza ma non nella sua totalità ed è quello che fa ardere il desiderio.

 

Quel delicato far entrare l’altro nel nostro luogo intimo ed entrare nel suo, è una delle piu grandi spinte che muovono non solo l’istinto primario e primordiale che ha consentito il proseguimento della specie, ma soprattutto l’evoluzione della nostra Anima. 

 

Eros e Possesso, perché sono così intimamente legate se sono l’una la nemica dell’altra? Perché non sappiamo stare in quel crinale incolmato, eppure sappiamo benissimo che quello che ci muove inizialmente – quel desiderio ardente misto a paura, eccitazione ed euforia – è destinato a trasformarsi (oserei dire fortunatamente se non vogliamo vivere col cardiopalma in eterno), ed è questo che temiamo più di tutto. Il finire di qualcosa che pare essere sopraggiunto dal nulla e che non la mente non può arginare né controllare – giunto dalle frecce di Eros che colpivano mortali e Dei in egual misura – Temiamo l’abbandono dopo che il desiderio verrà colmato. Temiamo noi stessi nel nostro abbandonare, non appena l’illusione magica che ci ha fatto attrarre verrà colmata di realtà. Temiamo insomma di non essere in grado di scegliere – Venere è proprio simbolo della scelta – ma di essere avviluppati dal sentimento, dall’altro che vogliamo e temiamo e di essere vittime del dolore. La paura fortissima condiziona ogni nostra azione spontanea, pensateci bene, quante cose faremmo o diremmo, senza tutta quella paura.

 

Sappiamo invece di reagire a tutte queste pulsioni profondissime e arcaiche, stare su questa delicatissima soglia senza paura di sentirci minacciati o abbandonati? Riusciamo semplicemente a stare CON tutte queste paure dentro?

 

Questa è la vera intimità: paura e desiderio. Ambivalenza di sentimenti contraddittori come vicinanza e desiderio di distanza. Repulsione e attrazione. Il nostro diventare grandi attraversando nella nostra vita, più e più volte questo crinale, rappresenta la più grande spinta evolutiva per le nostre Anime che desiderano ricongiungersi all’Unità. Grazie all’intimità con un altro essere umano, noi riviviamo ogni volta uno sposalizio con la nostra Anima e ci ricongiungiamo a quell’Eterno che ricerchiamo.

Nei sogni. Nella nostra stanza delle ricchezze. Quando ci permettiamo di mostrarci veramente sapendo stare lì  – vulnerabili, felici, spaventati e non in balia – siamo entrati un po’ di più nella vita intesa come incontro e unione con il sacro.

Questo Plenilunio amate.

Entrate nella caverna di tutte le vostre bellissime perle nascoste, e non trattenete l’amore.

E se non avete ora qualcuno in carne d’ossa d’amare, Eros non è ‘solo’ desiderio d’amore per un altra persona, ma corrente vitale che ci motiva in ogni nostra azione. Eros – Principio vitale dell’Universo, di cui la corrente dell’amore è il primo canale di connessione che a tutti è concesso di conoscere almeno una volta nella vita, ma esso si estende a a tutto ciò che ci accende, motiva, spinge e ci costringe a rischiare e a metterci in gioco e a farci brillare gli occhi.
Brillano ancora di luce e stelle i nostri occhi?

Quando siamo innamorati siamo più belli si usa dire ed è così perché ci sentiamo davvero più presenti e forti, ma lo siamo anche quando stiamo creando qualcosa e siamo immersi nella lettura e non riusciamo a smettere, o stiamo dedicandoci anima e corpo a qualcosa che amiamo intensamente, uno sport, una disciplina, un campo del sapere.

Desiderio – Rischio – Passione –  sono intimamente legate sia al Toro che allo Scorpione, il primo perché cerca di ottenere sicurezze e placare la sua ‘fame affettiva’ attraverso cio’ che desidera e ama – persone, cose belle, oggetti che lo facciano sentire al sicuro protetto – tenendo il margine di rischio lontanissimo dal suo territorio conosciuto. Il secondo, lo Scorpione, suo contr’altare opposto e complementare, cerca di avere potere sul proprio desiderio, possedendolo, negandolo, vivendolo con controllo e strategia, e distaccandosene spesso in un abbandono preventivo, prima ancora di finirne in sua balia.

Questo dilemma umano, non solo chiaramente appartenente a questi due segni ritenuti tra i più territoriali (Toro) e gelosi (Scorpione) fiutano ancora prima i pensieri dell’altro, ma è il crinale in cui tutti noi passiamo ogni qual volta siamo colpiti dalle frecce di Eros e ogni qualvolta dunque, siamo fragili e felici di fronte al nostro desiderare, ed entriamo nei territori nascosti e impenetrabili del mondo ‘straniero’ che l’altro/a da noi sembra scoperchiare. 

Osserviamo quali sono i nostri meccanismi di difesa, dove fuggiamo? Nell’aggrappamento e paura o nella fuga e distacco anticipato? 

Venere si trova in Sagittario e compie un aspetto di quadratura a Nettuno nei Pesci. E’ una Venere che non parla di attaccamento e possesso, ma un invito a connetterci con quella realtà spirituale che risiede in ognuno di noi, e che sa, perché lo sa, che l’amore è meraviglia e bellezza solo se si mantiene puro e lontano da quei meccanismi reattivi che cercando di fermare il flusso. L’amore non può essere trattenuto, bloccato o forzato. Come l’Eros, o lo proviamo o non lo proviamo e nulla servirà sforzarci di cacciare un’emozione, o peggio ancora sforzarsi di provarla quando proprio non c’è. Quando se n’è andata.

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Adesso è il momento di lasciarci naufragare in questo mare senza temerlo. Il giorno volge al buio molto prima e queste ore di penombra giungono proprio per farci entrare più dolcemente nella zona del silenzio e della sorpresa. Il segno del Toro in cui si trova la Luna Piena è costretto a uscire dalla sua zona di comfort e noi con lui, dove si annidano le nostre piccole pigrizie, i gesti quotidiani che non ci permettono di cambiare ritmo, ora potremo avvertire dei momenti di tilt o tanta stanchezza e sonno, ma anche il ritrovamento di cose perdute o parole da dire per ritrovare contatto – complice Mercurio retrogrado in Scorpione che ci accompagna per ancora un bel pezzo di novembre, è bene che sleghiamo noi per primi, le corde che ci tengono con la barca legata a riva e ci prepariamo a lasciarci cogliere.

Dal mondo. 

Dalla bellezza di non avere controllo su qualcosa. 

Sul sapere che siamo saldi dentro – abbiamo la nostra stanza segreta a cui tornare – ed è per questo che potremo ‘sbandare’ fuori di noi senza temere di perderci e affondare.

Film del mese: Lezioni di piano di Jane Campion per imparare a comunicare oltre le parole.

 

Buon Plenilunio a tutti voi,

Anna Elisa Albanese

 

Lezioni di Piano movie

 

Aspetti tecnici Astrologici:  

 

Plenilunio calcolato alle ore italiane 14.37 del 12 novembre 2019 – Milano.

Ho preso in considerazioni per questa Lunazione, Sole e Mercurio congiunti in Scorpione opposti a Luna in Toro a 19.53°.

Venere, governatore del Toro, si trova in Sagittario a 13.18° in quadratura a Nettuno nei Pesci a 15.59°.

Marte in Bilancia – esilio di Marte – a 25° che ancora risente della quadratura con Plutone e Saturno in Capricorno a 21.° e !6.17°.

Governatore dell’Ascendente Pesci è Nettuno che considero decisivo in questo momento di transizione, nell’aiutarci a immergerci ancora più profondamente nell’irrazionale, nell’intuito e nella saggezza del femminile profondo – grazie anche a Mercurio retrogrado sempre in un segno d’acqua come lo Scorpione.

L’asse in cui troviamo Luna in Toro e Sole e Mercurio in Scorpione sono proprio la Casa II e la Casa VIII – territorio di passione, intimità, paura e apprendimento evolutivo del nostro poter concedere spazio –  A noi stessi, alla vita, alla corrente del cambiamento e all’incontro con l’altro né nemico né salvatore della nostra vita.

 

 

 

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Fonte:https://www.sentieroastrologico.it/luna-piena-in-toro-12-novembre-2019-eros-il-principio-vitale-delluniverso/?

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