di Caroline Mary Moore

Quest’articolo vuole chiarire come l’energia, quando inviata è ricevuta tramite la preghiera, la meditazione o altre trasmissioni di energie alternative, è uno strumento terapeutico aggiuntivo che aiuta e sostiene il processo naturale dell’auto-guarigione.

Se hai vissuto personalmente, o hai accompagnato qualcuno con un serio problema di salute, allora sai cosa intendo quando dico che le preghiere di gruppo, la meditazione e le trasmissioni di energie alternative tipo Reiki e la guarigione dei corpi sottili, diretti intenzionalmente verso chi ne ha bisogno (perché l’energia segue l’intenzione) possono aiutare la persona durante una crisi di salute.

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Questa è una verità per chi l’ha sperimentato personalmente, ma per le persone scettiche, esiste una spiegazione fisiologica/medico che sostiene questa teoria, o è solo una questione di fede?

Dopo il sistema nervoso, Il nostro secondo sistema di protezione del corpo è il sistema immunitario che ha il compito di proteggerci dalle malattie. Questo particolare sistema, quando chiamato in causa, consuma grandi quantità di energia che potremmo non avere a nostra disposizione a causa di trattamenti medici aggressivi, lunghi recuperi o stress costante.

Sentirsi energicamente esausti è qualcosa che conosciamo tutti quando soffriamo di raffreddore o influenza. Mentre i nostri corpi combattono un’infezione o una malattia, sentirsi stanchi e letargici è comune. Questa costante stanchezza poi, è tipica dello stress costante che sollecita il sistema immunitario a lavorare “overtime” a causa delle emozioni sconvolgenti che emergono per essere purificati in questi tempi di evoluzione; ed è proprio qui che le preghiere, le meditazioni e le trasmissioni d’energia alternative possono aiutare a potenziare un sistema immunitario impoverito.

Ma perché nel momento di necessità, il corpo riduce naturalmente il flusso d’energia al sistema immunitario?

La risposta è la paura e i suoi effetti collaterali.

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Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia (PNEI) descrive l’unità delle funzioni mentali, neurologiche, ormonali e immunitarie e le loro potenziali applicazioni. PNEI affronta l’influenza che la risposta cognitiva ha sul sistema nervoso centrale e le conseguenti interazioni con il sistema endocrino e immunitario. In sostanza, l’approccio PNEI si basa sul concetto di considerare la malattia da un punto di vista olistico, che considera il corpo umano e le sue varie componenti e sistemi collegati e influenzati da un meccanismo di feedback nel complesso che può essere suddiviso in quattro categorie:

  • Psiche
  • Sistema nervoso
  • Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia
  • Sistema immunitario

PNEI non è una scoperta scientifica moderna. E’ un concetto vecchio che si basa sull’ideale dell’omeostasi, che, secondo il dizionario di medicina (Miller-Keane e O’Toole 2003) significa:

la tendenza dei sistemi biologici di mantenere costanti le condizioni nell’ambiente interno mentre interagiscono e si adeguano continuamente alle modifiche che si originano all’interno o all’esterno del sistema stesso.

Lo scienziato Bruce Lipton, PhD nel suo bestseller: La Biologia delle Credenze. Come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula, presenta al grande pubblico la sua rivoluzionaria ricerca sui geni, che porta una nuova luce su come la membrana della cellula umana è, infatti, il cervello della cellula.

Lipton spiega che mentre è compito della membrana di ogni cellula mettere in moto le risposte appropriate all’ambiente, nel nostro corpo, quelle specifiche funzioni sono messe in moto dal gruppo di cellule che conosciamo come sistema nervoso. È compito del sistema nervoso monitorare, interpretare e rispondere ai segnali ambientali esterni, scatenando una reazione a catena di dati interni che alla fine arriva al “cervello” delle cellule.

Lo stress generale o la malattia correlata allo stress è percepito dal sistema nervoso e interpretato come un segnale di paura. Ovviamente, nella società moderna, la paura emotiva non è sempre associata a circostanze che minacciano la morte fisica come l’attacco di una tigre dai denti a sciabola, ma il sistema nervoso non è in grado di distinguere la differenza: la paura è semplicemente la paura. Oramai, gli scienziati sono pienamente consapevoli del potenziale danno causato dalla paura emozionale (stress) che provoca un rilascio degli ormoni come reazione a catena:

  • Alla ricezione di un segnale di allarme (paura), il primo sistema per mobilizzare la protezione contro le minacce è l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (asse HPA).
  • L’HPA procede quindi a inviare un segnale di avvertimento alla ghiandola pituitariache ha il compito di organizzare e dirigere le cinquanta trilioni di cellule della comunità nella gestione della minaccia.
  • La ghiandola pituitaria poi invia un segnale alle ghiandole surrenali (una in cima a ciascun rene) informandole del pericolo eminente e della necessità di organizzare e preparare il corpo per una fight or flight response, strategia di difesa, combatti o fuggi.

 

Fig. 1 La reazione a catena dell’ormone dell’immunogena psiconeuroendrocrina

  • Questa comunicazione interna è “innescata” dalla risposta del cervello agli stimoli di stress (paura) in una reazione a catena di rilascio ormonale. Prima l’ipotalamo secerne un fattore di rilascio di corticotropina (CRF)
  • Il CRF quindi viaggia verso la ghiandola pituitaria attivando cellule che secernono ormoni. Questo stimola il rilascio di ormoni adrenocorticotropici (ACTH) direttamente nel flusso sanguigno.
  • L’ACTH viaggia quindi verso le ghiandole surrenali, che accendono gli ormoni surrenali di combatti o fuggi, che poi coordinano il funzionamento degli organi del corpo, fornendo una potente risposta fisiologica per combattere o fuggire da un pericolo imminente, che può rappresentare anche un evento scomodo o stressante nella quale ci sentiamo obbligati, per paura, di affrontarlo in auto-difesa oppure in negazione (evitando un confronto).

Quando l’asse dell’ipotalamo-ipofisi-surrenale è chiamato in azione attraverso gli stressors della paura (per quanto banale può sembrare), gli ormoni surrenali chiudono immediatamente il sistema immunitario per conservare le riserve energetiche. Questo è causato dalla preferenza del cervello a fornire energia vitale necessaria per una risposta fisica a una minaccia esterna, rimandando la lotta interna, contro i batteri e le infezioni, in sospeso.

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Questo è uno degli enormi svantaggi causati dall’intervento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrenale durante lo stress, perché interferisce con la nostra capacità di combattere le malattie, auto-guarire e trovare energia sufficiente per vivere e affrontare la vita piena d’energia vibrante, specialmente se la paura espressa o repressa diventa l’emozione predominante.

Una volta che gli ormoni dello stress sono rilasciati nel flusso sanguigno, essi restringono i vasi sanguigni del tratto digerente, costringendo il flusso sanguigno a favorire i tessuti delle braccia e delle gambe in una risposta naturale alla paura per la sopravvivenza; perciò, quando siamo in uno stato di psico-neuro-endocrino-immunologica protezione/risposta, limitiamo o addirittura arrestiamo la crescita del corpo e il processo di guarigione inibendo l’arrivo di energia vitale ai nostri organi vitali; ed è qui che un ulteriore flusso di energia attraverso una connessione olistica con gli altri, tramite la preghiera, la meditazione o le trasmissioni di energia può essere vitale.

Lo stress è il vero assassino della buona salute: o meglio, il vero colpevole è la nostra percezione di esso e l’incapacità di far fronte adattandosi al cambiamento.

La qualità dei nostri stati mentali, soprattutto quelli inconsci, è importante, specialmente se prendiamo in considerazione che il sistema immunitario e il cervello sono i due sistemi principali adattivi del corpo che sono in costante comunicazione l’uno con l’altro.

Ansia, trauma, frustrazione, senso di colpa, tensione, negazione, shock, rabbia e tristezza sono tutti stati emotivi correlati alla paura che influenzano il funzionamento immunitario creando variazioni fisiologiche come cambiamenti nella frequenza cardiaca, pressione sanguigna, contrazione muscolare e sudorazione, che è normale e benefico se limitato a breve durata. Ma se continua per lunghi periodi (anche anni), il corpo, sotto lo stress cronico, non è in grado di mantenere il suo equilibrio e l’omeostasi.

La preghiera, la meditazione e le trasmissioni energetiche, sia di gruppo, sia di auto trattamento sono efficaci perché la legge dell’uno unisce tutto e tutti.

Quando è diretta specificamente attraverso la proiezione mentale amorevole, svincolata dal dolore, la paura e il controllo, l’energia riempie un ruolo importante (ausiliario) nel fornire e sostenere il sistema immunitario con energia vibrante ed amorevole mentre il sistema si sforza di riportare il corpo ad uno stato di omeostasi naturale.

Il cambio di paradigma nella medicina moderna è la visione olistica e multidimensionale che va oltre il punto di vista meccanicistico e limitante di una malattia considerata solo al rispetto ad un singolo organo o sistema disfunzionale, curata attraverso l’intervento medico, mentre il paziente è una vittima passiva che consegna la propria vita nelle  mani degli dei (medici) o diventa una sorta di “soldato combattente” in lotta per la sopravvivenza; ruoli che troppo spesso svalutano il paziente, togliendogli il potere di arrendersi responsabilmente davanti ai cambiamenti monumentali che la malattia sta chiedendo loro di abbracciare.

Valutare la persona da un approccio olistico che considera il corpo umano come un insieme interconnesso e funzionante, per non parlare di un importante collaboratore nel processo di guarigione (in connessione con altri che possono offrire energia curativa), è un enorme passo avanti nella sanità umanistica.

Siamo ancora molto lontani dall’applicare l’olismo alla medicina. Fino a quando non siamo in grado di riconoscere e accettare che viviamo in un universo olografico, un organismo vivente in cui l’unità e la totalità non possono essere espressi o rappresentati dalle parti separate che lo costituiscono, perché ogni parte presa separatamente significa escludere o impedire una collaborazione funzionante nel complesso, rimarremo una razza governata dalla paura, dallo stress e dalle malattie, incapace di riconoscere che l’umanità è fondamentalmente e profondamente connessa tra di loro e al pianeta stesso.

Caroline Mary Moore

Tradotto dall’ Inglese dal libro: The Holistic Approach To Redefining Cancer.Balboa Press.

Fonte :http://www.dalleclissedellesserealmisterodelvuoto.com/2019/01/14/la-ragione-cui-la-preghiera-le-trasmissioni-energetiche-importanti-lauto-guarigione

 

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