Essere Madre.

Un aspetto di noi da non relegare alla “mamma” o al momento della vita in cui lo si diventa.

Essere Madre è una parte che sviluppiamo dentro di noi, un’energia, un archetipo a cui fare riferimento e che ci può sostenere in molti processi e momenti della nostra vita.

Sono Noemi Fiorentino, mi occupo di crescita personale, psicologica, energetica e spirituale e oggi voglio parlarti di cosa significa per me connettersi all’energia materna.

Mamma mia Madre Nostra
Il potere del femminile

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Madre è colei che ha raggiunto la condizione di donna. La sua femminilità è integrata e non necessità più di ricevere conferme perché si è già unita a se stessa, si è legittimata nell’esperienza della vita, sa di esistere e ha trovato l’equilibrio tra con il maschile. E’ una donna che ha già raggiunto l’unione con l’uomo e, dalla coppia, sente di essere in grado di contribuire a una nuova vita.

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Quindi Madre è innanzitutto certezza di sè. Siamo nell’energia della madre quando non abbiamo più dubbi sulla nostra presenza e sul valore che portiamo nel mondo. Siamo strutturati, esistiamo, occupiamo il nostro spazio e ne abbiamo cura, cosi tanto e cosi a lungo che abbiamo anche creato le condizioni perché qualcos’altro viva all’interno di questo spazio.

Madre è colei dunque che esiste e ha a disposizione qualcosa in più rispetto a se stessa. Questo di più è messo a disposizione di ciò che dentro di lei nascerà, ma che fuori di lei si svilupperà.

Questo significa che essere Madre è la capacità di proteggere ciò che ancora necessità di nutrimento, ma anche la capacità di svincolare il proprio figlio dalla propria presenza, in un equilibrio di presenza e non sovrapposizione.

Essere Madre è quindi continuare a essere donna, non sostituirsi a questa condizione, altrimenti il rischio è quello di essere sempre in relazione a qualcosa e quindi di essere iper presente rispetto a ciò che ha generato.

Essere Madre è di un figlio, di un progetto, di un sentimento.

Di qualcosa che effettivamente esiste grazie a lei, ma che poi necessità di autonomia personale per proseguire e prendere una forma definita e autonoma.

In quanto Madre di qualsiasi cosa è bene sapere che si vede molto, che si percepisce, che si è molto attenti. Questo ha una funzione che si attiva in modo fisiologico per proteggere il figlio, il progetto, il sentimento. Ma può anche generare la sensazione di dover passare tutto il tempo a proteggere, tutto il tempo ad essere attente, dimenticando così la componente di donna, che ricorda comunque di poter essere affiancati dall’uomo, quindi da qualcuno che condividere il figlio, il progetto, il sentimento.

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Quando l’energia della Madre prevale, vi è il rischio di ricoprire anche il ruolo dell’altro, non lasciando la possibilità che emerga la presenza, l’aiuto, il sostegno e la compartecipazione.

Se ci si identifica in questa energia in modo totale, sentiamo un sovraccarico. Crediamo di dover fare tutto, crediamo anche di non avere una funzione, se non quella di essere d’aiuto e di protezione, perdiamo la dimensione del divertimento e della leggerezza. Mettiamo un freno al canale della ricezione e della condivisione. Ci sentiamo stanchi, soli, isolati, con le spalle pesanti.

Siamo noi che creiamo tutto questo perché ci identifichiamo con questo archetipo di Madre.

Ci troviamo senza sessualità, perché Madre se dimentica di essere Donna, mette da parte anche questa dimensione. Chiude proprio l’accesso all’uomo di penetrare il suo spazio.

E’ questa la fase in cui la persona può ricordare di ritirare l’energia, di non essere sempre presente, poiché arriva quel momento in cui il ruolo di Madre cessa, che sia verso un figlio, verso un progetto, verso un sentimento.

Una volta nutrito a sufficienza, si ritira il proprio compito e si dà spazio a ciò che ormai è stato creato di prendere una forma indipendentemente dalla Madre. Così la madre torna a essere donna e si riequilibrano i ruoli e la persona può ricevere nuovamente, rientrando nello scambio.

E quando si sa se si è nutrito abbastanza?

Osserviamo ciò che abbiamo nutrito e sperimentiamo se, lasciato solo, prosegue nella crescita o se ha bisogno ancora di input sempre minori.

Ma il metodo più infallibile è quello di sentire se, qualora ciò che nutriamo sparisse, noi ci sentiamo comunque di esistere.

Se, fermato il processo, ci sentiamo di essere niente, forse ci identifichiamo troppo in quell’energia di madre.

Se invece ci sentiamo saldi, esistenti e quindi torniamo alla condizione di certezza di noi stessi iniziale, che corrispondeva con il prima di divenire madri, allora sappiamo di aver nutrito veramente. In sostanza, se siamo capaci di fare altro, oltre che essere madre, allora siamo sulla buona strada per una creazione della realtà intorno a noi positiva ed equilibrata.

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Voi come vi sentite?

A Milano, il 25-26 Maggio parleremo proprio di creazione consapevole e affronteremo da una prospettiva psicologica, energetica e spirituale ciò che i partecipanti al seminario stanno generando nelle proprie vite ed, eventualmente, come modificarlo.

Per informazioni e per prenotare la tua partecipazione puoi cliccare qui 

Noemi Fiorentino

Fonte : https://www.psicologiacreativa.net/essere-madre-di-figli-di-progetti-di-sentimenti-noemi-fiorentino

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