Mercoledì 24 Ottobre alle 18.45 – ora romana, la Luna si farà Piena nel segno del Toro opponendosi al Sole in Scorpione, questo movimento farà saltare i nervi a chi con tutto stesso continua ad essere ancorato ad una realtà che sì, gli da sicurezza ma che no, non lo soddisfa; questa opposizione crea una tensione tra le ombre, i bisogni, e le istanze che abbiamo difficoltà a portare alla luce, e di cui ancora potremmo non essere consapevoli, e l’ordine, le sicurezze, la stabilità di cui abbiamo bisogno e che ancora una volta ci sfugge tra le mani. La Lilith nel segno dei Pesci accompagnata da Chirone ci mostra un sentire esasperato che non ne può più di tutti quei doveri e quelle responsabilità che hanno a che vedere con il sacrificarsi per un qualcuno o un qualcosa a cui siamo legati in una maniera non cristallina, equivoca, costrittiva tanto da rendere un qualcosa di benefico un ricatto morale a cui dover sottostare o un debito da voler riscattare. Viviamo nella quotidianità piccoli o grandi compromessi che ci permettono di vivere in società, di mantenere quella data amicizia, di continuare a lavorare in un luogo in cui magari non siamo proprio a nostro agio ma che ci da quello stipendio fisso da cui dipende il nostro sostentamento… bene, ora tutti questi grandi e piccoli compromessi divengono mine vaganti pronte ad esplodere mentre noi riconosciamo tutte quelle paure che ci hanno rallentato nel camminare sulla via – che se ci fossimo sentiti abbastanza sicuri – avremmo scelto. E allo stesso tempo tutti questi freni divengono STOP che ci riportano indietro di molte caselle per rivivere e questa volta sconfiggere – integrandoli – aspetti della nostra realtà che tendiamo costantemente ad eclissare e verso cui – se non fossimo “costretti” – non ci volgeremmo proprio mai.

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Arriviamo in questa lunazione di ottobre al culmine dell’anno 11 (2018) un anno nel quale il sentire e le ombre personali si sono mosse come su un tapirulan mosso alla massima velocità per non farci perdere l’occasione di vedere e vivere alla luce del Sole ciò che usualmente ci blocca, boicotta, anestetizza nascondendosi al di sotto della coscienza. Freniamo i bollenti spiriti per il tempo giusto a comprendere ciò che questi STOP vogliono raccontarci, integrando nella nostra esperienza il loro ruolo e il senso del loro esistere. Se continuiamo ad incontrare difficoltà e a sbattere la testa contro il muro fermiamoci e questa testa – insieme al cuore – usiamola per sentire ciò che la nostra esperienza ci rivela di noi stessi, e non del mondo con cui è semplice prendersela ma di noi stessi, di quelle che sono le nostre paure, di quei salti che non siamo pronti a muovere, di quei giudizi e quelle credenze che noi per primi attiviamo dandogli energia, nutrimento, vita. E urliamo – se ne sentiamo il bisogno, creiamo una pila di cuscini e prendiamoli pure a cazzotti, corriamo, muoviamo il corpo, ululiamo alla luna… ciò che vogliamo, ma … non scappiamo, questo no, perché ora quello che sta uscendo e proprio ciò che deve uscire e di cui abbiamo bisogno per costruire un progetto che sia solido e le cui basi non siano le ferite del bambino frustrato ma le visioni dell’adulto fiducioso che si è fatto i muscoli con l’esperienza e che sa creare, scegliere, prendersi la realtà di cui necessità e in cui risplende realmente e non illusoriamente come acqua benefica in un deserto d’emozioni e d’amore. Se la strada è lunga iniziamo con un primo passo fuori dal pantano, staccandoci da tutte quelle opinioni e visioni che non condividiamo e che realmente non fanno parte della storia che vogliamo vivere.

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Ristrutturiamo in questo periodo la nostra quotidianità a partire dal nostro sentire, immaginiamo le aree della nostra vita come le aree della nostra casa, e togliamo da queste i mobili che non ci piacciono più, le amicizie che sono di troppo, riverniciamo le pareti, cambiamo look, apriamo le finestre e facciamo entrare nuova aria e se non abbiamo paura apriamo proprio le porte e accogliamo chi si presenta sull’uscio, magari è proprio ciò che stavamo chiedendo all’universo… e ancora spolveriamo gli oggetti, riconquistiamo una relazione che aveva perso energia, sovvertiamo l’ordine e riconosciamo nuovamente la nostra quotidianità come il luogo da noi creato giorno dopo giorno, attraverso le nostre scelte, lungo le nostre chiusure e aperture, nei dialoghi con il mondo e i monologhi con il Sé… riconosciamo il potere che abbiamo di definire e ridefinire la nostra esistenza, e se ci sembra immenso il lavoro da cui ripartire andiamo piano, sì piano, ma iniziamo! E facciamo quel primo passo nella direzione della nostra reale, autentica, unica, preziosa vita.

Joele Sahel Schiavone, per consultazioni numerologiche individuali e messaggi dai numeri: sahel.joele@gmail.com

Fonte : https://joelesahelschiavone.wordpress.com

 

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