di Caroline Mary Moore

La vergogna è una percezione soggettiva installata durante l’infanzia attraverso la disciplina (programmazione) che ha portato ognuno di noi a credersi indegno a causa di comportamenti spontanei, giudicati dalle persone autorevoli come: sbagliato, improprio, indecente, odioso, egoista o semplicemente fastidioso.

Svergognare i bambini non è una novità, come strumento disciplinare è sempre stato applicato, e sebbene il sistema educativo abbia frenato i suoi metodi più sfacciati, far vergognare un bambino rimane ancora uno strumento di potere quando tutte le altre forme di disciplina falliscono.

Tutti si vergognano che ne siano consapevoli o meno, tuttavia, spesso confusa con il senso di colpa, la vergogna è raramente discussa a causa della sua stretta relazione con la segretezza (tabù), in quanto tale, può essere difficile da identificare.

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Essendo inglese, quando scrivo, metto sempre a confronto le due lingue e le loro implicazioni linguistiche. Per esempio, la parola vergogna, “shame” in inglese, evoca visioni delle ingiustizie sociale in cui le persone furano costrette a subire delle barbarie da parte dei propri paesani.

Durante il periodo medievale, era comune rinchiudere una persona in un ceppo nella piazza del paese mentre la gente veniva incoraggiata a insultarli e gettare cibo marcio.

Un altro esempio è quando i condannati venivano incatenati e fatti sfilare attraverso il paese o la città fino al luogo della loro esecuzione.

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A differenza della lingua italiana, in inglese non si usa “mi vergogno” che traduce in “i‘m ashamed”, quando una persona è timida, piuttosto dirà “I’m embarrassed” Sento l’imbarazzo, che è un sottoprodotto del senso della vergogna, o meglio, una strategia per nasconderla.

Lo scopo di svergognare qualcuno è mortificarlo, il che è interessante perché ha le sue radici nella parola “morte”.

La mortificazione nella teologia cristiana significa “mettere a morte” il peccato nella vita di un credente. Secondo la Catholic Encyclopedia, “Ciò che uccide (mortifica) è la malattia dell’anima, e uccidendola ripristina e rinvigorisce la vita stessa dell’anima”.

Indaghiamo ulteriormente su questa cosiddetta “malattia dell’anima” e traduciamola in un concetto più concreto e applicabile a tutti.

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La parola “sin”, peccato, si traduce letteralmente dall’aramaico come “mancare il bersaglio”. Manchiamo il bersaglio per una mancanza di consapevolezza e non per malvagità, quando diventiamo consapevoli della verità, di ciò che è, senza le delusioni dell’ego, siamo liberati dal “peccato” e in grado di colpire nel segno per così dire.

La Vergona Vs Il Senso Di Colpa

La vergogna allora ci costringe a “mancare il bersaglio” ripetutamente per mancanza di consapevolezza. La vergogna, come forma di auto-annullazione, vibra come un impedimento vitale alla base del nostro essere, al nucleo, nel chakra della radice (vita/morte/sopravvivenza).

Nasce da una programmazione psicologica piuttosto che da un concetto teologico (peccatori: incapaci di colpire nel segno). La convinzione inconscia che siamo fondamentalmente difettosi, superflui, privi di valore se non rispettiamo le regole familiari e sociali si traduce nella conclusione devastante che meritiamo di essere svergognati e mortificati e come tali: puniti, esiliati e lasciati morire soli; ma la verità è che la vergogna non ha nulla a che fare con il valore di sé come individuo, è una questione di conformismo familiare e sociale, che potrebbe essere meglio tradotto come: qual è il nostro valore collettivo in una società controllata?

Nel tempo, l’umanità ha prosperato come tribù, come collettivo. Da un punto di vista primordiale, essere esiliati dalla tribù significava morte certa. Ora, questa memoria cellulare nel chakra della radice (vita/morte/sopravvivenza) sta per ricevere un aggiornamento!

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Quindi quale ruolo gioca il senso di colpa (secondo chakra) nella vergogna?

Il senso di colpa è un sentimento sovrapposto che ha sfumature di significato che è importante conoscere per comprendere meglio la vergogna.

Descritto come un’emozione autocosciente che comporta autovalutazioni negative, il senso di colpa manifesta sentimenti come: ansia, depressione, disagio emotivo, perdita di interesse (apatia), sentimenti di fallimento che di conseguenza portano ai problemi relazionali.

Far vergognare un bambino in tenera età distruggerà la sua innata (naturale) autostima, da quel momento in poi il bambino tenterà di escogitare strategie per ristabilire un bisogno fondamentale che ora è nutrito da un falso senso di autostima da fonti esterne (persone autorevoli come genitori/insegnanti) che concedono al bambino bisognoso il loro permesso, approvazione e accettazione come dolci caramelle!

La Vergogna è il Virus e il Senso di Colpa il Sintomo

In un effetto domino, ogni volta che il bambino resiste alla sottomissione, il senso di vergogna (virus) attiverà automaticamente il “guilt complex” un senso di colpa (sintomo) innescando l’impulso (bisogno) di riconquistare approvazione e accettazione.

Siamo stati tutti bambini, quindi la maggior parte di noi ha sperimentato questo processo e riconosce come l’accettazione di solito arrivi dopo una meritata punizione. Ancora peggio, ci è stato detto che ce lo meritavamo, in quanto tale, la punizione (dolore fisico o emotivo) è diventata un fattore chiave per placare la nostra colpa.

Piuttosto che insegnarci ad essere responsabili delle nostre azioni, ci è stato insegnato che la punizione era l’unico mezzo per assumerci la responsabilità!

Programmati durante l’infanzia, da adulti ci comportiamo allo stesso modo. Quando veniamo giudicati sbagliati o irresponsabili, il nostro primo impulso è quello di giustificare; proiettiamo la colpa sugli altri e, se tutto fallisce, confessiamo il nostro “crimine” preparandoci al colpo (punizione), o meglio, al meritato castigo che allevierà il nostro senso di colpa che poi attiverà automaticamente la speranza di essere perdonati permettendoci di tornare, ancora una volta, a uno stato di essere considerati degni.

La confessione della nostra colpa, a differenza della vergogna, è sempre stata incoraggiata come mezzo per assumersi la responsabilità personale. Senza di esso siamo coinvolti in ripetuti cicli di autoflagellazione (autopunizione) e mentre la confessione può rischiare conseguenze punibili (non essere accettata o giudicata dai nostri coetanei e dai nostri cari) c’è comunque la speranza di essere perdonati per ricevere ancora una volta la loro approvazione e accettazione.

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Esaminiamo più a fondo perché la vergogna è dannosa per la nostra salute mentale e fisica.

La psicologia clinica, che non riconosce la metafisica, sta iniziando solo ora a discutere le differenze tra colpa e vergogna, esplorando i legami tra l’ombra (Jung), la vergogna e le prime difese (ad esempio scissione, onnipotenza, delusione) insieme a problemi di separazione.

Il fenomeno della vergogna è ora in discussione e si sta tentando di individuarne le origini evolutive. Il materiale clinico viene ora utilizzato per illustrare come la realizzazione dell’ombra e la risoluzione della vergogna siano facilitate dall’analisi del materiale infantile e dal successivo sviluppo di una relazione più tollerante tra il paziente e il sé bambino del paziente. (PsycINFO Database Record (c) 2016 APA).

Mentre la vergogna è ora riconosciuta come un’espressione distruttiva dagli psicologi, come società sembriamo riluttanti ad abbandonarla, tra il pubblico è “business as usual” (va come il solito) nonostante le sue implicazioni negative.

La domanda pertinente è perché?

Ancora oggi, la vergogna è ampiamente utilizzata come strumento per disciplinare e educare i bambini (svergognarli di fronte agli altri nella speranza che venga ristabilita l’autorità genitoriale).

Negli ultimi tre anni governi, partiti politici, influencer e attivisti sembrano aver messo il piede sull’acceleratore usando tattiche di ” virtue signaling ” (segnalazione di virtù) per far vergognare il pubblico. I cosiddetti virtuosi stanno spingendo la vergogna e la mortificazione sul pubblico come strumento politico per controllare le masse; senza questa tattica manipolativa, le autorità sostengono che le persone sono come bambini che potrebbero rifiutarsi di aderire alle riforme culturali o comportarsi in un modo che rallenterà lo sviluppo di determinate agende geopolitiche; come tale. la mortificazione è ormai diventata uno strumento per imporre l’obbedienza.

In altre parole, poiché gli esseri umani desiderano essere socialmente accettati, la vergogna è uno strumento manipolativo di potere che tiene le masse sotto controllo, dall’infanzia all’età avanzata!

L’Apocalisse Personale

Abbiamo già parlato in un precedente articolo leggi qui che l’umanità sta vivendo collettivamente un processo spirituale che la porterà dall’oscurità alla luce; è l’era dell’apocalisse, che letteralmente significa il sollevamento del velo, lo svelamento della verità che ci è stata nascosta per secoli. Questo concetto riguarda anche il nostro processo spirituale individuale, svelando ciò che è stato nascosto (vergogna) portando l’oscurità (ombra) alla luce.

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Quelli di noi interessati all’evoluzione del nostro Sole, stanno seguendo le sue emissioni (sempre più forti) di luce fotonica. Questa luce sta interagendo con il nostro DNA. Il 93% delle funzioni del DNA risponde alla luce e al suono (ricezione e trasmissione), quindi come esseri umani riceviamo e trasmettiamo fotoni. Ciò significa che il nostro DNA viene ora “attivato” dalla nostra Stella, portando il nostro DNA “online”, per così dire, dopo eoni di dormienza.

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In questo processo evolutivo, dall’oscurità alla luce, siamo invitati a illuminare ciò che si trova nell’ombra del chakra della radice – la vergogna e la mortificazione, che si perpetua nel e lungo il tempo. La convinzione infantile (programmazione) che siamo dei partecipanti indegni di questo sistema è fondamentalmente dannoso sia per noi che per il nostro pianeta.

Chi di noi è attento si è imbattuto in frasi come “useless eaters” mangiatori inutili (Cit. Yuval Noah Harari), accuse disdegnose con l’intento di mortificarci e svergognarci, parole che riecheggiano su internet,  ripetendo all’infinito gli ideali del transumanesimo, mentre svalutano i valori della famiglia e dell’umano naturale ormai superate.

Anche l’anima è ritenuta obsoleta da queste persone che spudoratamente senza vergogna (ironicamente) si sono autoproclamate i corridori nella fase successiva dell’evoluzione umana.

Ricordiamoci però che tutto è al servizio della luce.

Possiamo usare questa propaganda come trampolino di lancio in modo costruttivo verso la consapevolezza. Con l’aiuto di questo ossessionante mantra di mortificazione; per quelli di noi distaccati dall’allarmismo pompato dalla macchina della propaganda mainstream, tramite la frase “ where attention goes energy flows” dove va l’attenzione fluisce l’energia, almeno per me, tutto ciò ha innescato un processo che tutt’ora è un “work in progress”, è diventata una chiave per liberare la vergogna richiusa nell’ombra, portandola così alla luce, erodendo la matrice dall’interno e non più dall’esterno; Quindi grazie Signor Yuval Noah Harari!

La Vergogna da una Prospettiva Metafisica

Il chakra della radice è la sede dell’energia kundalini e la sua qualità di vita/creazione, morte/distruzione = qualità della vita = sopravvivenza.

Fino a quando la vergogna non sarà liberata dal suo tabù (nascosto nell’ombra) questa energia detterà la qualità della nostra vita.

Più profonda è la ferita (programmazione infantile), maggiore è il volume delle difficoltà relative a una o più delle seguenti difficoltà che possono variare da: bassa autostima all’auto-sabotaggio, problemi di salute da minori a importanti, difficoltà finanziarie banali o devastanti e blocchi creativi, di cui ci riporta, in qualche modo, ai problemi di sopravvivenza.

Il senso di colpa (punizione), come meccanismo di compensazione, non può riscattarci dal nostro senso di vergogna per non essere abbastanza degni di vivere con dignità, nel peggiore dei casi, quando le sofferenze diventano intollerabili, non ci rimane altro che l’annientamento.

Come esseri umani, siamo infatti una specie giovane e bellicosa con tendenze suicide. Per sopravvivere a noi stessi e crescere in modo olistico, ci viene ora offerto il nostro diritto divino di riprenderci ciò che ci è stato privato da bambini: il libero arbitrio!

Il mondo intero sembra impazzito, ma energeticamente tutto è perfetto, stiamo vivendo un processo di morte/nascita (nota: un’inversione dei poli) un passaggio progressivo da una realtà distruttiva 3D che propizia la morte, a 5D, orientata alla creatività, una realtà che favorisce la vita.

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Cosa significa per ciascuno di noi?

La nostra trasformazione o meglio trasmutazione da 3D a 5D avverrà quando il 7° chakra raggiungerà il suo massimo potenziale di integrazione e unità tra tutti i chakra. Rappresentato dal colore viola, un colore secondario, il viola è una combinazione di rosso e blu (rosso = manifestazione, materia, corpo, e blu = non manifesto, antimateria, spirito)

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Il Rosso

Poiché il rosso rappresenta la sopravvivenza del corpo, anche il denaro è un fattore importante e, poiché questi temi interagiscono con la materia manifesta, vibrano come una polarità maschile attiva e penetrante.

La vita come la conosciamo, sta crollando, il vecchio sistema sta morendo come tutti gli imperi del passato. Siamo giunti alla fine di un ciclo. A livello globale stiamo vivendo un aumento della morte improvvisa, un incremento della povertà, collasso finanziario, diminuzione dei tassi di natalità; ogni espressione della materia manifesta (polarità maschile) sta diminuendo, morendo o contraendosi (polarità femminile).

Quando gli imperi cadono, le polarità si invertono da espansione/contrazione (vita/morte) a contrazione/espansione (morte/vita) così si apre la porta a una rinascita.

Nel processo naturale del parto, dopo la prima contrazione, la cervice è sollecitata ad espandersi. Da quel momento in poi il processo avviene simultaneamente come forza unificata di polarità opposte.

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Il Blu

Il colore blu presente nel 7° chakra (viola) è rappresentato dal 5° chakra, il primo del sistema dei sette chakra che rappresenta il non manifesto; la nostra connessione con la fonte divina. Vibrazione, frequenza e risonanza espresse come suono sono il modo in cui il 5° chakra interagisce con la materia.

Questo centro svolge un ruolo vitale nella trasmutazione che sta avvenendo attivamente nel sistema dei sette chakra, perché è la sede del cervello metafisico che mantiene tutti i chakra fissati nelle loro frequenze stabilite. In quanto tale, detiene le chiavi dell’unità dell’intero sistema, che rilascia, trasforma e guarisce ogni chakra secondo i progetti dell’anima (karma).

Nessun chakra è in grado di cambiare vibrazione e guarire finché il 5° chakra non è pronto a liberarlo dalla sua frequenza stabilita.

Questa è la dimensione in cui l’energia, come fonte primaria, attraverso il suono (frequenza) si manifesta. Dal campo subatomico della probabilità, l’energia si manifesta come materia/certezza. Potremmo paragonare questo processo all’espressione “dal buio alla luce”.

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Questo centro è comunemente noto per essere di polarità maschile (Dio Padre) così come il primo e il terzo chakra. Tuttavia, in quanto sede del cervello metafisico che governa sia i centri energetici maschili che femminili, si potrebbe quasi definirlo androgino. In quanto centro dedicato al divino non manifestato, ha accesso all’energia primaria, la matrice della materia (ovulo femminile).

È un centro misterioso, e poiché le sue qualità sono divine sono prive di ego. Noi umani siamo ancora nello stato embrionale incapaci di esprimere con autenticità le qualità essenziali del 5° chakra, che sono: dire la verità universale (fatti) da non confondere con la verità soggettiva personale, forza di volontà, la volontà divina è fatta attraverso di me e non da me, libero arbitrio, comunicazione coerente, intenzione, chiarezza, comunione, unità, responsabilità personale, etica, co-creatività e soprattutto autenticità senza ego.

Conclusione

Se guardiamo attraverso la lente distorta della paura, la vita in questo momento non sembra lasciare molte speranze per il futuro dell’umanità, tuttavia, una cosa è certa, non si può tornare indietro. Siamo infatti ad un bivio, quale sentiero prenderemo, a sinistra o a destra?

Solo sul precipizio, quando rischiamo di perdere ciò che ci sta a cuore, impariamo finalmente ad apprezzare e ad amare la vita e gli altri.

Aiutati che Dio ti aiuta. Non aspettare la salvezza, non aspettare un miracolo.

SII IL MIRACOLO.

Con amore e compassione

Caroline Mary Moore

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