di Maria Caterina Macata
Le notti Sante stanno per sopraggiungere.
Dal 24 dicembre al 6 gennaio sono precisamente 12 notti + 1. Perché più Una?
Perché la ultima notte raccoglie le dodici precedenti e ne distilla un estratto!
Un estratto sublime. Quest’anno più che mai, lo scandire delle dodici notti sante a cavallo tra i due anni, sfocerà in quell’ultima notte in più come una cocente Epifania!
Cocente perché sarà il risultato del processo di cottura avvenuto attraverso le precedenti.
Una calda pietanza sarà servita.
Il cibo più buono degli universi: il nettare degli dei!
La prima notte è quella della Vigilia, dove cullare i semi di questo piatto sacro, nel grembo onirico del bebè che sta per venire alla luce. Un sonno neonato, che col primo vagito del mattino ci risveglierà alla nuova vita. RiNati un’altra volta!
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La seconda notte è quella del giorno del Santo Natale, dove stendere i semi in casseruola e ricoprirli degli amorevoli ingredienti della propria creazione interiore, ciascuno la propria.
La terza notte segue la giornata di Santo Stefano, e ci domanda di sussurrare a quei semi qualche lieta propizia parola, come si fa con le piante per farle crescere sane o guarire o addirittura resuscitare.
La quarta notte è il tempo che segue le intenzioni come piccoli mantra verbali della precedente e il evolve in preghiera silenziosa. Stiamo, porgiamo bene le antenne, e il ricevuto trasmettiamolo questa notte ai nostri semini vibranti della fresca preparazione delle notti precedenti.
La quinta notte, come fossero semi di zucca o di girasole, i semi che abbiamo deposto nella nostra casseruola santa, inizieranno a colorirsi. Colorarsi piano di calde sfumature di fuoco di fiamma. Diamo colore ai nostri sogni, colori e calore, e deponiamo ciò nella nostra pietanza in avanzamento.
La sesta notte, sarà la notte del sospiro; sì, sospiro ci fa pensare subito al sollievo, e in fatti sarà così proveremo un grande alito di grazia, tireremo un respiro di sollievo, o sospiranti veglieremo quella notte la nostra germinante creazione.
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La settima notte ci riposeremo, completamente intensamente. Sarà un riposo che renderà l’incubazione del nostro piatto un’operazione alchemica ormai fuori pericolo. A questo punto del tragitto il suo destino sarà solo fiorire.
L’ottava notte, l’ascolto. Porgeremo mille orecchie ma non udiremo nulla. Dovremo quella notte per tutte, darci prova di saper Ascoltare, altrimenti non sentiremo niente, più niente né quella notte né mai. E indovinate mai che notte sarà questa? Sì, proprio lei, siamo al 31, quella di San Silvestro.
Una bella sfida mi direte voi… Una prova donata a noi stessi! Fare silenzio, Ascoltarci, quando tutto e tutti corrono verso il chiasso. Mentre tutto fuori e attorno può essere rumore e distrazione, tu cerca il tuo centro e lì siedi.
La nona notte è quella ”del giorno dopo”, se ho provato a me stessə che so Ascoltare che posso sentire ! allora per sempre Sentirò.
Le sinfonie più sublimi sono suonate questa notte, e non sono per le orecchie. I semi ormai fioriscono e il piatto santo ha forma adesso.
La nuova dimensione della forma delle forme è ormai determinata.
La decima notte si chiama notte decima, la notte in cui qualsiasi sforzo può essere decimato, ed emanciparsi in impegno, in dedizione, in Devozione. Magnifica parola la devozione. Che energia sublime sprigiona, non è vero? Se il nostro amore è davvero devoto, la pietanza sacrosanta passerà da fiori a frutti. E in questa decima notte li potremo riconoscere già lucidamente attraverso i sogni, i viaggi nell’intramondo, le dimensioni a cui potremo accedere.
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L’undicesima notte, ricorda quella notte in cui cantano le voci degli angeli, e infatti lo è, la notte perfetta in cui l’attesa e la pazienza si assottigliano sempre di più e divengono pronte per essere premiate. Siamo rimasti raccolti, siamo rimasti silenti, nella dedizione devota, nella cura? Ecco ci siamo quasi… Siamo al termine ormai di un miracoloso processo condensato che riguarda tutti i mesi dell’anno più l’energia che abbiamo consapevolmente cullato per lui, il Signor Nuovo Anno, e questo lo sappiamo.
La dodicesima notte v’è il compimento. Non possiamo più avvicinarci alla magica casseruola, deposta in un angolo protetto luminoso arioso. Rimane lì. Gli ingredienti sono stati curati, i passaggi rispettati. Ci siamo amati, li abbiamo amati! È momento per lasciar stare, avete lasciato andare? Sì, allora ci siamo
La tredicesima notte ed infine eccoci qua, la summa del lavoro benedetto di tutte le precedenti. Il risultato, l’esito di questa “cottura”. Cosa abbiamo cucinato?
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Quali erano i nostri semi?
Cosa abbiamo pensato?
Come li abbiamo visti?
Cosa abbiamo potuto vedere con l’occhio della mente?
E che cosa, soprattutto, abbiamo sentito, notte dopo notte scandita?
Questa è l’Epifania. Più ci sarà sana follia e più questa sarà davvero la più santa epifania!
Metteteci la vostra unica sbrigliata fantasia.
La morale, di tutte queste piccole giocose metafore, è sacrosanta: Non leggere più le ennesime solite cose per l’ennesimo solito anno che scavalca da l’uno all’altro anno come un cavallo matto! Ne abbiamo visti troppi già così! E ne abbiamo viste troppe. Trite e ritrite sempre le solite cose.
Rimaniamo lucidi. Ricordiamo. E non ripetiamo.
Anche le narrazioni non più uguali le vogliamo! Perciò eccomi qui, e proprio adesso e non prima, e proprio ora e non dopo.
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Di quei semini abbiamo sentito i fiorellini e poi i frutti sono arrivati senza alcun fare, solo con la libertà di un leggero non pensare ma creare, creare con la Tua semplice fantasia!
Con la tua libertà componi la creatività del tuo pensiero, non ti legar a lui e alle cose come vengon sempre raccontate, puntualmente divulgate.
Sii TE, un seme ardente caldo, un fiore raro impensato che su questo mondo non è mai arrivato,
e tu sì TU il frutto, il frutto cocente, di tutto questo lavoro che se non è nuovo non è servito a niente!
Ben arrivati … Alla dodici più Una, eccoci ora qui, notti sante, in un baleno.
L’epifania è questo stesso Messaggio. Quest’è un’Epifania!
Che tutte le consuete storie porta Via …
Con ardito e libero cristallino Amore,
Maria Caterina MaCata
(Evolutionary guide • counseling RiCreativo)
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Grazie

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