Avremo la Luna Piena nella prima mattina del 2 settembre 2020 alle ore 7.33 italiane nel segno dei Pesci a 10°.

Nella Luna Piena in Vergine del 9 marzo 2020 avevo intitolato l’articolo “Il mondo capovolto”, e quella data ha segnato per tutti noi l’inizio di un periodo abbastanza significativo di restrizioni, mutamenti di prospettiva e nostro mondo di certezze, che si è davvero capovolto travolto da qualcosa di imponderabile e imprevisto. Qualcosa è mutato irrimediabilmente e adesso, soli sei mesi dopo, ci troviamo a ricapitolare e osservare questo nuovo mondo in divenire, a osservarci e connetterci con un centro che stiamo ancora cercando. Perché si è smarrito, e le coordinate della nuova mappa esistenziale le stiamo ancora ricreando.

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Incredibilmente questa Luna Piena in Pesci di settembre nell’ora esatta di Plenilunio, ha la stessa configurazione di quella luna di marzo (con ovviamente gradi e pianeti differenti). L’asse Pesci – Vergine colloca, proprio come allora, i due Luminari nelle Case Astrologiche, cosiddette ribaltate rispetto alle loro cosignificanze. In Casa VI troviamo la Luna in Pesci e in Casa XII troviamo il Sole in Vergine. Il grafico lo troverete in fondo all’articolo per i più esperti di linguaggio astrologico, ora cerchiamo di tradurre in maniera comprensibile a tutti questo cielo:

E’ come se ci trovassimo in un’amplificazione più chiara e allargata di quello che era successo in quel 9 marzo 2020, e un po’ come allora, in cui qualcosa di “straordinario” si era abbattuto nel nostro mondo “ordinario”, costringendoci a uscire dalle nostre certezze, adesso, in modo non troppo diverso, ci troviamo su uno strano crinale, tra lucidità e follia, in cui viviamo forte il desiderio di fuga, e allo stesso tempo i desiderio remoto di rimettere tutto a posto, ma in cuor nostro camminiamo su dei fili sospesi con la sensazione imminente che una valanga ci travolga di spalle. Avete presente quando si rimanda qualcosa di importante e quel qualcosa diviene sempre più un buco nero che inizia a divenire mostruoso? Ricordo questa sensazione quando rimandavo di studiare matematica…. e poi il tutto diveniva ovviamente al di fuori ogni pretesa di recupero.

Quale verifica stiamo aspettando, temendo di non superarla nella nostra vita da adulti? Cosa rimandiamo e gettiamo sotto il tappeto sperando scompaia per sempre?

Questa Luna in Pesci ha due importanti pianeti con cui risuona: Nettuno governatore dei Pesci e Venere in Cancro, che ci riporta sempre alla Luna, come suo governatore. Entrambi in un segno d’acqua, Nettuno nei Pesci e Venere in Cancro, ricevono aspetti dinamici che ci stanno obbligando a ritornare “a terra” e non ci permettono di fuggire a lungo. Non possiamo buttare le cose sotto il tappeto, perché qualcosa necessita di essere visto responsabilmente e con coraggio.

Se l’elemento Acqua rappresenta il mare infinito delle emozioni, la distesa dell’oceano che non conosce limiti, ma che ci spaventa per la sua instabilità e mutevolezza, in questo momento ci troviamo di fronte a un grosso bivio tra mente e cuore, ragione e sentimento, follia e razionalità. Lasciando ora fuori per un attimo il Covid – non Covid, scuola che sta per ripartire, polemiche mondiali, crisi economica e rientro post vacanze, sintonizziamoci sul nostro sentire e sul funzionamento della nostra psiche. Questo ciclo di Luna chiude un lungo anno dall’ultimo Plenilunio in Pesci del 14 settembre 2019 — cerchiamo di fare un piccolo rito di rilascio e consapevolezza delle nostre emozioni, per ripartire rigenerati e pronti alle nuove visioni dell’anno che stiamo preparando.

Facciamo un grosso respiro e proprio come dei palloncini facciamo volare sopra le nostre teste queste parole e sentiamo se ce ne è qualcuna che ci irrita o attira:

SOGNO           LIEVITà             MARE INFINITO          COMPASSIONE

MUTEVOLEZZA              LIBERTà                     ATTESA           AMBIGUITà

ILLUSIONE            SILENZIO                  SOLITUDINE            VUOTO

DOLCEZZA                   FANTASIA               MUSICA           DISSOLVENZA

Tutti noi camminiamo su un delicato crinale; da una parte ciò che ci sembra dia sicurezza e stabilità e costruisce la nostra identità. Le cose tangibili che crediamo possano restare anche domani, gli affetti, i ricordi, la nostra casa, un programma, un lavoro, un amore. Dall’altra parte, il terrore profondo, anche se non fisso nella nostra mente in maniera cosciente, ma presente a livello inconscio e sotterraneo, di perdere improvvisamente tutte queste “cose” che costruiscono e delimitano il nostro mondo, più brutto e più bello a seconda dei periodi, ma nostro. Affidabile. Conosciuto.

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Nascondiamo e neghiamo un terrore silenzioso e macerante sotto pelle che ci possa essere un giorno, qualcosa di così grosso e imponderabile che spazzi via tutto, e temiamo di non essere in grado di reggerlo. E’ un terrore irrazionale che ci scordiamo fortunatamente per la maggior parte delle ore diurne, ma che esiste. Come se scagionassimo questo terrore nella ricerca estrema di bellezza, eternità, furore delle passioni, urgenza di fare, per non prendere mai contatto con quel vuoto che preme. Il vuoto di essere soli nell’immensità sconfinata dell’Universo. Eppure al di sotto della anche più sfavillante felicità, si annida il suo opposto: il terrore del suo rovescio, la disperazione e la miseria. Come una certezza che neghiamo e vogliamo dimenticare in ogni momento, quella della fine di ogni cosa che ci aspetta alla fine del cammino mortale sulla terra. Quella della fine imminente che permea anche negli oggetti, negli amori, nella giornata che volge a sera, ma che non osiamo ricordare e buttiamo sotto il tappeto.

Qualcosa intorno a noi pare ricordarci ogni giorno la sua finitezza, qualcosa ce l’ha urlato forte e chiaro negli ultimi mesi … portandoci il pensiero e la paura della morte molto vicino. Finitezza e infinito sono i due poli che nel simbolo lunare espressi dalla Vergine e dai Pesci. L’infinito che vediamo nello scorrere del mare che c’è da prima di noi e ci sarà dopo, nelle montagne e pietre secolari che attraversiamo alla ricerca di consolazione. Perché loro – lo sappiamo – sono lì da tutta la vita e la loro presenza sembra lenire la consapevolezza che per noi non sia lo stesso. Perlomeno con l’identità e la forma fisica che abbiamo in questa esistenza.

Mi raccomando cerchiamo di volare alto… quando parlo di simboli, sto cercando un linguaggio per entrare in qualcosa di più vasto, cerchiamo non dar retta alle conclusioni duali che la nostra mente rapida applica: Vergine uguale finitezza e pesantezza e Pesci infinito e bellezza. Entrambi i segni sono i poli opposti dello stesso Asse in cui la Luna Piena amplifica il conflitto atavico insito in ognuno di noi tra spirito e materia. Abbiamo bisogno del finito per poter accedere all’infinito senza sgretolarci, abbiamo bisogno del corpo (Vergine) che è il nostro veicolo nella materia per lo spirito (Pesci).

Una mia consultante Pesci, proprio l’altro giorno con estremo candore e semplicità mi ha detto “Ho paura di invecchiare”. Quanti noi non osano dirlo eppure lo pensano e ancor di più, lo pensano con terrore, “Non voglio morire da solo, devo portarmi avanti, costruire delle certezze che non facciano sì che accada”. Abbiamo il coraggio di dirci con sincerità quali sono le nostre paure più profonde?

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Ognuno di noi ha un suo terrore, e forse in questo grande anno evolutivo, e in questo Plenilunio, potrebbe essere il momento di farlo emergere con la piena onestà, ma non per farci travolgere, non per farci valicare il confine oltre il quale ci spezzeremmo, ma per accoglierlo con amore. Integrarlo alla nostra personalità, così che nessun mare sia costretto a farci esondare (impazzire, sbroccare), quando dimentichiamo chi siamo al di sotto della superficie visibile. Ognuno sa qual è il suo crinale da non superare, e si dice – rimandando come quando rimandavamo gli esami all’università – se dovesse succedere “questa cosa” potrei non riprendermi più. “Se dovessi perdere mia madre….”, uno dei dolori più grossi e paure più ancestrali in ogni essere umano, “Se dovessi perdere tutte le mie fonti di reddito e divenire povero da non riuscire più a mantenermi e morire di fame…” altra paura ancestrale, “Se dovessi separarmi da te, se dovessi rimanere solo al mondo”, la paura del dolore amoroso, la paura della solitudine, la paura di non farcela a reggere un dolore. Potrei elencare altre e innumerevoli paure, ma alla fine dei conti, le paure più grosse in cui ci sentiamo soli, sono le più comuni, si contano su una mano e ci accumunano tutti quanti.

La paura dell’imponderabile accumuna tutti noi soprattutto in una cosa: se dovesse accadere “quella cosa”che per noi è la più insostenibile, si supererebbe il crinale.

Il crinale di dove io credo ancora di essere padrone di me stesso, delle mie facoltà intellettive, delle mie emozioni, del mio stato di salute psicofisica e di salute mentale e psicologica. Accade a ognuno di noi che nelle vita prima o poi che qualcosa esondi, gli argini non tengano più .. e a quel punto, siamo già oltre il confine. 

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Da bambina quando ho visto a teatro Amleto, mi ha atterrito la storia di Ofelia, che per dolore impazzisce, tanto da lasciarsi morire .. nell’acqua tra l’altro.. in un ritorno al flusso. Ero rimasta  molto scossa, “non ha retto il dolore ed è impazzita”, mi continuavo a ripetere, allora bisogna difendersi dal dolore, pensavo. Invece ho capito dopo, che è proprio quella difesa a farci stare male, a faci uscire stremati dalla resistenza al mare immenso che vorrebbe farci abbandonare al flusso della vita. Questo è un lato – il più temuto e temibile – di quel mare immenso rappresentato dai Pesci e da Nettuno e dai Pesci. Ofelia è andata nella follia… ma noi? Sappiamo invece lasciar entrare spiragli di questo mondo infinito e permetterci di lasciare certezze perché tutto è mutato, e proprio per questo siamo in qualche modo liberi di abbandonaci fiduciosi al mare aperto certi che ci sosterrà?

La spiritualità dei Pesci e il mistero racchiuso in uno dei segni più difficili dello Zodiaco dove splenderà questa Luna Piena, è l’imparare a non chiudere la porta alla nostra follia interna. Al nostro mare in tempesta. Altrimenti sì impazziremo come la povera Ofelia, se non riusciremo ad accogliere le onde delle emozioni, gli sbalzi della vita, la mutevolezza di ciò che non possiamo fermare in alcun modo.

Ora vi ho fatto un esempio (come al solito lunghissimo. perdonatemi), per uscire da noi stessi e trasformarci grazie il dolore, perché noi spesso conosciamo questo infinito, e i più profondi cambiamenti interiori e di rotta esistenziale, solo se attraversiamo esperienze difficili e dure che spezzano in qualche modo il nostro steccato di confine, e ci costringono a rivedere tutto. Priorità, immagine di noi stessi, e sopratutto legami. Quelli non autentici nelle esperienze di lutto o dolorose della nostra vita, sono i primi rapporti che saltano. Perché a quel punto noi siamo senza pelle, e la pelle degli altri, ancora imbrigliata nei cappotti pesanti e nelle maschere a protezione, ci fa venire la nausea il voltastomaco.

Ora immaginiamo per un attimo su scala planetaria che il cielo di questo ultimo anno stia facendo vivere un’esperienza off limits a livello collettivo a un bel pezzo di umanità, per portarci a uscire da una vecchia pelle che non ha più senso. Immaginiamoci ancora in un cielo agitato e con punti di riferimento in piena trasmutazione, che ci chiede di uscire da tutto ciò che conosciamo, e per farlo, il mare intensifica le sue onde, e le esperienze dove abbiamo tutto il nostro bel recinto di sicurezze, vengono ogni volta distrutte e sormontate da onde più alte. Eccoci di fronte alla paura, ma anche al meraviglioso ponte verso l’infinito.

Cosa facciamo ora che sta saltando il sistema che fino adesso ci ha tenuto insieme? Cosa c’è oltre il crinale conosciuto? Non lo so. Però molti di noi stanno cambiando vita con una velocità incredibile, molti di noi avendo già perso delle cose, sono molto meno spaventati di un tempo, all’idea di perderne altre e vivere in un’altra maniera. Credo che questo Plenilunio e in tutta la fase di luna calante fino al prossimo Novilunio del 17 settembre 2020, sia un buon momento per fare pulizia.

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Alleggeritevi.

Buttate ciò che temete di buttare.

Respirate profondamente quel nocciolo di bellezza e libertà che sapete di aver sentito una o più volte nella vita, e sintonizzatevi lì.  Non aggrappatevi a ciò che temete di perdere, volate.

Ancora una volta nomino un film che sicuramente già ho citato in altri articoli – Il Treno per Darjeeling – perché ha un’immagine bellissima di viaggio e purificazione di cambiamento che evoco ogni volta penso al percorso di cambio pelle. La perdita dei bagagli che i tre fratelli protagonisti si portano dietro per tutto il lungo viaggio, in una delle scene finali, è quanto di più vicino possa esistere, a quello che intendo come perdita di qualcosa, per acquisire una nuova via, una nuova coscienza più espansa e libera. Se vedrete il film, ironico e molto profondo allo stesso tempo, capirete quale viaggio intendo, e quale alleggerimento ora necessitiamo tutti quanti, per poter accedere a verità più profonde che ci facciano sentire liberi – anche se il mondo fuori ancora non lo è e sta restringendo sempre di più le sue maglie. Proprio per questo dovremo dilatare lo spazio che nessuno può vedere… e nessuno può bloccare all’interno di noi stessi.

Anna Elisa Albanese  

Il treno per Darjeeling movie

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Tema di Plenilunio: 

2 settembre 2020 alle ore 7.23 italiane. Milano.

Arriviamo al massimo dell’espansione di questa Luna in Pesci, segno d’Acqua femminile, ultimo segno dello Zodiaco che chiude il ciclo annuale di Lune piene dei dodici segni e riaprirà il nuovo anno lunare con il Plenilunio in Ariete il 1 ottobre 2020. Mi colpisce questo cielo con un simbolo zodiacale come il segno dei Pesci, portatore di infinito e assenza di limiti, ma in qualche modo compresso in una reticolato di ordine e struttura dall’opposizone con la Vergine e dall’asse Casa VI – Casa XII. Nettuno in Pesci – dominante vicino all’Asse del Discendente, compie un’opposizione a Mercurio in Vergine (in separazione), e allo stesso tempo Mercurio è in Trigono esatto a Saturno, Plutone e Giove e sestile a Venere in Cancro, che ci riporta al suo governatore: la Luna.

Sole in Vergine opposto alla Luna in Pesci e in trigono esatto a Urano in Toro. Seguirà i prossimi giorni il Trigono a Giove, Plutone e Saturno.

Marte in Ariete è in quadratura abbastanza esatta a Saturno (in uscita da quella di Plutone e Giove) e sta compiendo una quadratura a Venere in Cancro.

Venere in Cancro in quadratura a Marte in Ariete, e opposta a Plutone e Saturno (in separazione da Giove). In Sestile a Mercurio e Trigono a Nettuno (in separazione).

Come già espresso con altre parole nell’articolo qui sopra, senza nominare pianeti e aspetti, siamo di fronte a una grandissima ricchezza espressiva di tanti pianeti in aspetto tra di loro, potenzialità di rinnovamento, tante forze messe in campo, conflittuali ma costruttive, tema ampio e con quasi tutti gli elementi in gioco – Terra, Acqua e Fuoco – a discapito dell’Elemento Aria, lucidità, raziocinio e distacco, come energia mancante nel cielo da contattare e che attendiamo con la venuta di Giove e Saturno in Acquario a dicembre 2020.

Anna Elisa Albanese

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Fonte :https://www.sentieroastrologico.it/plenilunio-in-pesci-2-settembre-2020-il-ponte-verso-linfinito/

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