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Urano è elettricità, il suo simbolo è un’antenna – quando entrò in Ariete l’11 marzo 2011, Segno di Fuoco, ci fu un’esplosione, un terremoto molto forte (Fukushima). L’Ariete è l’Io Sono (oppure la grande domanda, chi sono io?), è il Pioniere. Quando questi Archetipi che si muovono lenti nei loro annosi transiti, cambiano segno, aprono la coscienza umana ad una domanda, e Urano in Ariete ha aperto la coscienza alla domanda: Chi Sei Tu? Tra il 2013 ed il 2014 c’è stata una danza che Urano, sensibilità psichica, antenna percettiva, ha messo in atto insieme a Plutone, il puro psichismo, l’insieme di tutti nostri sensi profondi, l’empatia viscerale, l’antenna viscerale, che si attiva attraverso il linguaggio corporeo. Plutone è anche l’ossessione, il grande dubbio. Urano e Plutone hanno creato una danza profonda dando forma ad una serie di quadrature, che hanno avuto il pregio doloroso di smussare che le nostri parti più spigolose, le asperità interiori. Non c’era pace in questa danza, perché lo sforzo richiesto era quello di lasciar andare completamente l’attenzione dal mondo esterno per portarla dentro, lasciando che le nostre emozioni lavorassero per noi. Viverle senza farsi coinvolgere, facendone esperienza, ma senza farsi spostare.

Il 15 maggio 2018, Urano entra in Toro, che è la Terra; la massima luce nelle profondità della Terra. Il Toro è un Segno Fisso, portato al Radicamento. Urano, con la sua luce, porta scompiglio nello status quo che abbiamo cercato di mantenere fermo con tutto noi stessi. Entriamo in un ennesimo processo di purificazione e di lasciar andare. Ennesimo perché dal 2012 ne sono arrivati tanti. Confrontando l’astrologia galattica con quella solare, secondo me arriviamo all’attivazione del Corpo di Luce. Qualcosa deve essere attivato. Il ciclo è lungo, 2018/2025 e durante questo periodo, come anche riportato da tante canalizzazioni, il carbonio che ci compone si deve trasformare in silicio. Questo è l’inizio.

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Durante il passaggio saremo supportati da altri archetipi, che in sottofondo ci supportano nel processo di guarigione della ferita del non riconoscimento e dell’attivazione del Corpo di Luce.
Essi sono Marte, il desiderio, la volontà, il movimento esteriorizzato;
la Luna Nera, il punto cieco, la parte ribelle, ombra che ottunde la mente. Essa è la nota interiore che stona ma che non vediamo di noi, per cui siamo portati ad attrarre persone che ci ricordano continuamente i soliti giochetti di potere invalidanti, di cui ci chiediamo sempre il perché, di cui ci sentiamo continuamente vittime. E’ perché non riusciamo a vedere che quei giochetti li stiamo creando noi, proprio perché non riusciamo ad accettare quella nostra parte e la proiettiamo continuamente fuori.
Infine Plutone, che si trova in Capricorno fino al 2009, che nel corso del 2018 toccherà periodi di congiunzione con la Luna Nera. Per riuscire a diventare consapevole del loro senso ci vuole tanta presenza, tanta umiltà. Sono tutti i giochi di potere che mettiamo inconsapevolmente in mostra, e Marte li porta fuori nella vita reale. Ogni umano che ha qualcosa che non gli/le va giù, non riuscirà più a sopportarlo. Tutti i confini, continuamente invasi dalle richieste del mondo esterno, verranno chiusi. Se ancora non avete mai avuto la forza di dire di no, ora non ce la si farà più.
I giochi di potere vengono tenuti su di continuo, nel confronto con gli altri. Degenerano in conflitti generalizzati, che poi diventano lo specchio degli innumerevoli conflitti che si manifestano sulla Terra. Prendiamoci la responsabilità di portare a soluzione i conflitti interiori. Quando diciamo “non mi sento riconosciuto”, vuol dire che non mi prendo la responsabilità di essere quello che sono, al di là di quello che l’altro dice che io sia.
E’ una ferita molto antica, risale all’infanzia, o anche a prima. Tuttavia il Sè adulto ha la possibilità di prendersi cura di quella ferita, decidendo che c’è una parte ferita, ma non è l’intero. Siamo molto più grandi e possiamo arginare la ferita e fare in modo che essa non prevalga nella quotidianità, decidendo per noi.
Il 2018 è un anno intenso perché i movimenti astrologici nel suo corso vertono sul prendere responsabilità di sé.
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Il Maestro, Saturno, ultimo confine celeste per gli Antichi,  rappresenta la nostra colonna vertebrale, l’Essenzialità, la presa di coscienza di chi siamo a diversi livelli di coscienza. Esso ci insegna a stare di fronte a se stessi con tutto quello che c’è, per quello che noi giudichiamo essere bene, o nel male (giudicato come tale). Saturno ha un corso lento, rimane due anni mezzo per segno. Ogni 30 anni torna sulla stessa posizione. Il 20 dicembre 2017 è entrato in Capricorno, Segno di cui è anche Governatore, ciò significa che in questo modo questo Archetipo dà il massimo: il massimo dell’essenzialità, della presa di responsabilità, il massimo dello specchio nel guardarsi per ciò che si è. Non ha parole, Saturno, esso è e così ci porta ad essere. In Capricorno  si trovano anche la Luna Nera, fino a novembre 2018, e Plutone, fino al 2023, simboli entrambi della nostra Ombra. Così il Maestro ci accompagna in questo incontro, e grazie al contributo di Marte in Capricorno dal 18 marzo al 16 maggio, l’energia di manifestazione sarà potentissima, nel momento stesso in cui saremo testimoni del passaggio di Chirone in Ariete ed Urano in Toro. E’ necessario affermare il proprio Io Sono, sapendo che quell’Io Sono che dite di essere corrisponde in realtà a ciò che siete. Finalmente diventiamo leali a noi stessi. Ogni volta che subiamo un tradimento da qualcuno, noi stiamo tradendo noi stessi in realtà. Quella persona semplicemente ce lo sta manifestando. Essere leali a se stessi vuol dire stare nel rispetto di ciò che siamo. Quest’anno sarà duro per questo motivo, perché non ci saranno scorciatoie nell’incontro con la nostra essenzialità, con la lealtà verso noi stessi. La salita sarà diritta ed elevata. Tuttavia anche se è difficile, riceviamo tantissimo in cambio: la forza di poter affrontare quella parte di noi che non ci piace, che provoca rifiuto, ribrezzo o vergogna. La vediamo, nonostante il disagio, prendiamo atto della sua esistenza. La prossima volta che quella parte farà capolino, decideremo se potremo darle spazio e manifestazione o tenerla buona, elaborandola con maggiore serenità. Così smetteremo di giudicarci, di volerci correggere. Il fine ultimo di ogni disciplina spirituale è quello di arrivare ad amare se stessi e ad approcciarci a sé nella maniera migliore possibile.
Ricordiamoci sempre di essere molto molto piccoli rispetto a tutto il resto di ciò che esiste.
Saturno, Chirone e i Centauri
€ 21

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