di Maddalena Premuti Bonetta

Quando mai ci hanno insegnato a prenderci cura del nostro corpo in quanto veicolo di comunicazione tra il nostro io e la nostra anima?
Quando mai ci hanno insegnato a relazionarci con lui comprendendo i suoi segnali, senza trattarli come problemi da combattere ma come voci da ascoltare?
Quante volte il nostro corpo è stato giudicato e forzato ad aderire ad uno standard che non ha nulla a che vedere con la sua naturale e spontanea evoluzione e manifestazione.

La forma è il punto di unione tra lo spirito e la materia, la forma unisce questi due aspetti dell’esistenza e narra una storia attraverso la propria configurazione e unicità: ecco quindi come ogni cosa è simbolo (dal greco symballein, che significa mettere insieme) e tutta l’esistenza diventa quindi una narrazione simbolica.
Il nostro corpo narra una storia.
Non mi risulta sia pratica comune della società e dell’educazione mainstream insegnare ad apprendere il linguaggio simbolico della Vita, (corpo compreso) anzi accade tutto l’opposto: ogni cosa viene oggettivata e isolata il più possibile troncando le connessioni che ha con l’ambiente circostante, specialmente per quanto riguarda la connessione corpo-anima dell’uomo e anima dell’uomo – anima del mondo.

Cosa è successo all’uomo? Come mai si è così disconnesso dal proprio corpo e accoglie senza filtro ogni influenza esterna senza metterla al vaglio del proprio sentire, nutrendo così profonda sofferenza di cui spesso nemmeno si accorge?

Per provare a rispondere a questa domanda dobbiamo iniziare dall’inizio, proprio dal concepimento. L’ambiente nel quale si è immersi influenza grandemente “la configurazione” del piccolo essere umano in formazione condizionando lo sviluppo e la struttura del sistema nervoso, emozionale, endocrino, immunitario e ormonale.
Quando non c’è un ambiente sicuro, sereno e tranquillo per accogliere e amare incondizionatamente il bambino in tutto e per tutto, i periodi iniziali dello sviluppo lo portano ad imparare (più o meno coscientemente) a interpretare ogni sensazione ed emozione che prova come pericolosa per la sua stessa esistenza, dal momento che, se manifestate, queste sensazioni ed emozioni potrebbero diventare un problema non tollerabile e gestibile da parte dei suoi genitori o delle figure di riferimento. Di conseguenza, la propria autenticità viene barattata per un attaccamento ai genitori, funzionale alla sopravvivenza.

L’anima viene così camuffata da maschere chiamate personalità.

Tutto ciò che viene represso o oppresso non smette di esistere; si nasconde per un po’, ma inevitabilmente trova una via per farsi sentire. Il corpo umano, con tutta la sua saggezza e compassione, diventa il veicolo attraverso il quale queste voci inespresse si manifestano. Le nostre cellule assorbono ogni informazione, la ricordano e la tramandano alle cellule successive: il corpo ricorda e immagazzina ogni evento, situazione, percezione che incontriamo durante la nostra vita.
Quando ci neghiamo di affrontare ciò che ci fa soffrire, trascurandolo, reprimendolo nell’oscurità o addirittura silenziando talmente tanto la nostra capacità di sentire che non ci accorgiamo nemmeno del dolore che stiamo sopportando, il nostro corpo trova un modo per farci capire che non può essere ignorato. Le nostre emozioni e i nostri ricordi cercano incessantemente di emergere, spesso travestiti da sintomi fisici o psicologici.
All’inizio, riconoscere queste voci può essere scoraggiante. Il corpo stesso sembra essere un nemico estraneo, manifestando dolore, affaticamento o persino malattie fisiche spesso senza una causa apparente. La mente si trova a lottare per comprendere queste manifestazioni che sembrano provenire da un’altra dimensione, distante da noi stessi. Ma in realtà, queste manifestazioni corporee sono solo la testimonianza della nostra anima, che cerca di far emergere ciò che è rimasto nascosto per troppo tempo.
Ogni sintomo è il modo in cui il corpo ci dice che è giunto il momento di fare i conti con i nostri conflitti. Accettare ciò che c’è, ascoltandosi e osservandosi con profondo Amore, è una pratica di auto-consapevolezza e di auto-compassione che ci permette di ristabilire l’armonia tra mente, corpo, anima e spirito.
Oggi come oggi possiamo trovare numerose ricerche scientifiche a riguardo, molte delle quali meravigliosamente incluse del libro “The Myth of Normal – trauma, illness and healing in a toxic culture” del dr. Gabor Maté.

È innegabile: tutti noi abbiamo o abbiamo avuto momenti nella nostra vita in cui ci sentiamo frammentati, come se le nostre parti interne fossero separate e disconnesse. Tuttavia, riunire queste parti e raggiungere una coralità compatta, rappresenta un’importante occasione di guarigione e di evoluzione personale verso la propria interezza. Questo è il cammino che molti di noi sono chiamati ad intraprendere per raggiungere un benessere psicofisico profondo. A volte, si tratta di un viaggio arduo e impegnativo, ma i risultati che ne derivano sono straordinari.
Quando siamo frammentati ci sentiamo dispersi, confusi e senza una direzione chiara. Ci rendiamo conto che le diverse sfaccettature della nostra personalità e dei nostri sentimenti non riescono ad integrarsi in un tutto armonico. I nostri pensieri, le emozioni e le azioni sembrano essere in conflitto tra loro, con conseguente ansia, insicurezza e insoddisfazione.
Avvicinandoci a noi stessi però, iniziamo a comprendere le diverse parti che ci compongono accettando e abbracciando tutte le sfumature della nostra individualità e ciò permette di creare una base solida su cui costruire il nostro benessere interno.
Il processo di riunione delle nostre parti interne richiede coraggio e consapevolezza. È necessario affrontare i nostri timori, le nostre ferite e le nostre insicurezze esplorando le nostre emozioni, e permettendoci di sentire anche quelle che potrebbero sembrare scomode, dolorose e sconvenienti. Attraverso questo tipo di auto-esplorazione possiamo ritrovare la nostra completezza, dandoci la possibilità concreta di vivere meglio, sentirci meglio e “funzionare biologicamente” meglio.

Il libro che ho scritto “Getta la bilancia! Trasforma il peso in eccesso in energia creativa” è un manuale illustrato per riallacciare i rapporti con il proprio corpo e con la propria anima, liberandosi da ogni peso emozionale o fisico che grava su di noi, senza combatterlo, negarlo o ignorarlo bensì sfruttando la riserva psichica-energetica del disagio a favore del nostro reale, vero e autentico benessere.

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(Nota di cammina nel Sole : Il LIbro “Getta la bilancia! Trasforma il peso in eccesso in energia creativa” lo troverete anche  su Il Giardino dei Libri  )

Fonte : https://maddalenapremutibonetta.com/blog/dal-corpo-all-anima?fbclid=IwAR2pGAZ6kAmpdfgIfOLv8r7-IrQBOKyGZ4D6P8gNtPp3JucEgwTsuCZIwBY

 

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