di Foelia

C’è poco da trasmettere in termini di informazioni in questo momento, perché ci soffermiamo principalmente a digerire ciò che abbiamo portato negli ultimi mesi del tuo tempo. È un tempo di digestione, di deprogrammazione, di vuoto, di riposo, di integrazione, di suspense. Cogli l’occasione per “non fare nulla” e ricaricare le batterie al ritmo del presente, al ritmo dell’essere. Non desideriamo inviarvi altre indicazioni che, come spesso, sarebbero intese o tradotte come un incitamento a “fare”, quando è ora di riposarsi, a fare una scelta consapevole e volontaria di “non fare”.

Sorridiamo, perché già ti vediamo provare a “non fare” e, così facendo, ti rimetteresti nella tensione del “fare”. Non è facile per te, vediamo, toccare questo stato di riposo, anche quando è necessario, anche quando è vitale. Non fare ti spaventa, vero?

 

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Sì. Alcuni ne sono capaci, ma non senza una forma di colpa, e altri semplicemente ne sono incapaci, per mille ragioni.

Mille ragioni che si uniscono in una: la paura. Hai paura di non fare nulla, paura di riposare, di mettere in pausa qualsiasi forma di progetto, proiezione verso il tuo futuro o azione sul tuo ambiente. Questa paura ti impedisce, appunto, di entrare in contatto con il tuo ambiente. C’è però un giusto respiro, tra azione esterna e risorse interne. Senza questo respiro, inoltre, non c’è azione, solo reazioni a catena, catene del “fare” che si dispiegano all’infinito, come una corsa a capofitto. È una fuga dal presente, perché il presente ti spaventa ancora. Tuttavia, chiede solo di essere addomesticato, e questa è la nostra raccomandazione “attuale”.

Sorridiamo di dover infilarci nelle tue nozioni di tempo per parlarti del presente o dell’eternità, ma è inevitabile. Vi chiediamo solo di considerare che le nostre parole designano un’esperienza che non si può descrivere, poiché per descriverla è necessario lasciarla.

 

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Ho ancora una domanda: il tuo ultimo messaggio riguardava la volontà e la nostra azione, il fatto che domani sarebbe il frutto delle nostre due mani! Ho l’impressione che ora ci stia chiedendo il contrario.

Vivi nel mondo degli opposti, o meglio nella modalità degli opposti. Inoltre, istintivamente hai sempre la necessità di opporti. E tu fai lo stesso con le parole che condividiamo con te. Vi invitiamo a sviluppare un’altra modalità di percezione, che, forse, diventerà a poco a poco naturale come la prima. Questa è la modalità unificante che abbiamo chiamato lo sguardo del cuore.

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Interrogateci sempre, naturalmente, quando non comprendete ciò che condividiamo con voi, ma vi sollevate da soli al di là degli apparenti opposti. È molto semplice! Invece di cercare ciò che si oppone, cerca ciò che unisce. Parti dalla domanda:

Come può uun tale aspetto, che sembra contrastarsi nel mio solito sguardo binario, essere vero allo stesso tempo?

 

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Questa domanda è il tuo passaporto per lo sguardo del cuore.

Quindi ecco la nostra risposta: l’azione più giusta che puoi intraprendere sta al di fuori del “fare”. L’azione più giusta che puoi intraprendere nasce dall’essere.

Il fare è sempre una compensazione, e quindi una reazione. L’unica azione possibile nasce da uno stato dell’essere che si appaga, cioè che non cerca di compensare  alcuna mancanza , poiché si sente pieno di sé. L’azione sarà allora sempre un valore aggiunto per voi stessi e per gli altri e sarà sempre gratuita, non togliendovi energie, ma anzi nutrendovi con la gioia di essere e di servire.

Quando ti incoraggiamo ad agire, non intendiamo stimolare la tua irrequietezza nel “fare”. Vogliamo che tu noti che hai una volontà creativa che sta solo aspettando che la tua presa si dispieghi. Tuttavia, questa volontà creatrice è quella del cuore, e non quella di una mente tesa, pronta a mettersi in agitazione nella speranza di compensare una mancanza. È tempo di rendersi conto che si tratta di due cose completamente diverse.


Come cogliere allora questa volontà creativa e staccare da questa esigenza di “fare” che, in ogni caso, ci esaurisce invano?

Trovando l’essere. Ed essere, nella materia che è tua, è sempre un respiro. Distinguere se stai inspirando o espirando, a riposo o in azione, è un primo passo verso la coerenza. Oggi vi imponiamo questa realtà: per quanto riguarda il lavoro dell’Alleanza Galattica che rappresentiamo, l’ora è per il riposo, cioè per la quiete esteriore.

Tutto questo per dirti una cosa semplice: se vuoi seguire la danza del nostro agire verso di te, sappi che è il momento dell’immobilità. Se desideri ascoltare la musica che ti trasmettiamo, sappi che l’ora è nel silenzio, nell’ascolto del silenzio. Rifocalizza i tuoi punti di forza verso l’interno uscendo dall’esterno, cioè evitando di proiettarti nel “fare”. Assaggiate l’inattività esteriore. Attira la tua attenzione sull’attività interiore, che prepara l’azione successiva.

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Come essere più chiari? Vedete, il vostro bisogno di spiegazioni ci ha portato ancora una volta a considerazioni esterne. Il nostro messaggio era completo fin dalle prime tre frasi e ci hai portato fuori con le tue domande esterne, formulate o meno.

Mi dispiace !

non essere. Potete vedere che questa è stata un’opportunità per chiarire alcune nozioni vitali. Quindi tutto è giusto e ti ringraziamo per le tue domande. Non sono mai stupide! Al contrario, sono i gradini che creano gradualmente la scala tra i nostri mondi, le nostre realtà parallele. Ci adattiamo alle tue domande. E la nostra gioia è grande di poter scivolare nelle vostre frequenze, aperte dalle vostre domande. Finché siamo separati, c’è una distanza tra noi, che tu chiami “domande”. Non chiederle equivarrebbe a perdere ogni possibilità di incontrarci, di avvicinarci.

Quindi, ti amiamo e amiamo le tue domande.

Adoriamo le tue risposte!

Il nostro incontro È la risposta.

Sii in pace. Ricevi il nostro amore e goditi il ​​tuo riposo. Siamo con te.

Grazie, Ishtar!

Fonte: https://foelia.net/

letto su : https://pressegalactique.com/2022/08/14/lheure-est-au-repos/

Traduzione a cura di Cammina nel Sole

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