di S. Brizzi

“Amare è gioire,mentre crediamo di gioire sole se siamo amati” (Aristotele).

 

Quando la nostra esistenza viene consacrata al “servizio”,anche il nostro modo di intendere il rapporto di coppia subisce una radicale trasformazione.

Il rapporto di sempre fra due persone è argomento decisamente vasto che meriterebbe una trattazione a parte. L’alchimista, maschio o femmina che sia, cerca nel partner un “compagnia di Via” che ,oltre a suscitare in lui l’impeto amoroso,sia un valido collaboratore nella realizzazione dell’obbiettivo che entrambi decidono di attuare. Che sia nel campo dell’arte, della guarigione o dell’insegnamento,così come in ogni altra sfera dell’attività umana,i due devono potersi sospingere a vicenda verso l’ottenimento di sempre più elevati propositi.

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La vecchia idea di coppia, dove i due elementi si mantenevano pressochè isolati dall’ambiente esterno,limitando a vicenda le loro attività a causa di gelosie e insicurezze, deve scomparire dal nostro campo visivo.

Innanzitutto, l’amore in sé non provoca MAI sofferenza. Se stiamo soffrendo è perchè oltre ad amare l’altra persona, vogliamo anche possederla. Nella misura in cui tentiamo di possedere un essere umano, soffriamo quando questo dedice di andarsene.E’ una legge di natura!

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E’ imperativo spiegare alle nuove generazioni che è possibile amare qualcuno pur senza possederlo,evitando così l’inutile sofferenza dovuta a un suo eventuale allontanamento.

Fin da giovane età veniamo abituati ad associare l’amore al senso del possesso…così come a tutti i suoi derivati:la gelosia,la paura dell’abbandono,la rabbia per il tradimento,il desiderio di vendetta.Al nostro interno avviene allora una spaccatura:una parte di noi vorrebbe abbandonarsi all’amore,un’altra invece resiste,perchè ha paura della sofferenza.Siamo vittime di un gigantesco esperimento di schizofrenia applicata!

 

Associare l’amore a queste manifestazioni negative è deleterio,perchè in tal modo confondiamo un’emozione superiore,un sentimento sublime proveniente dall’anima,con le “escrezioni” della macchina biologica,impegnata a monopolizzare e difendere il partner ripoduttivo.

 

Non è vero che soffriamo perchè non siamo amati dagli altri,bensì perchè NOI non amiamo abbastanza.Questo significa che manifestiamo ancora delle difficoltà ad amare l’altra persona per quello che è,senza aspettarci alcun particolare comportamento da lei.Non vogliamo capire che l’amore va dato gratuitamente,evitando di PRETENDERE qualsiasi cosa in cambio.Non possiamo costringere qualcuno a ricambiare il nostro amore o a restare con noi tutta la vita.

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L’Amore non mendica l’amore dagli altri,in quanto basta a se stesso.Se è vero amore non cerca l’amore all’esterno.

Paradossalmente,proprio quando l’amore è disinteressato,incondizionato,libero…il rapporto di coppia diviene stabile e duraturo.Quando invece lo fondiamo sul senso del possesso,il rapporto è sempre in pericolo,pervaso di ansia e insicurezza.

Non dobbiamo confondere l’assenza di possesso con il disinteresse verso il partner;così come il concetto di “libertà” all’interno della coppia non implica comportamenti sessuali dissoluti.Non è certo attraverso la poligamia,o facendo sesso con un gran numero di partner,che dimostriamo di saper condurre un rapporto di coppia basato sull’amore incondizionato!!

Troppo spesso equipariamo il percorso di ricerca della “liberta’” condotto in coppia alla visione distorta di “coppia aperta” diffusasi in occidente tra gli anni sessanta e settanta.La ricerca della libertà interiore e il “servizio” svolto in coppia sono gli aspetti più importanti di un sano lavoro di crescita a due.La “coppia aperta” rappresenta invece una giustificazione per la nostra paura di metterci in gioco in un rapporto troppo coinvolgente,oppure una scusa per dare libero sfogo ai nostri desideri sessuali.

 

La coppia è SACRA!!

Il concedersi a un solo partner è un atteggiamento SACRO!

Ma si accede a tale sacralità solo dopo che ogni istinto di gelosia e possesso è stato sradicato.gelosia e senso del possesso NON FANNO PARTE DELL’AMORE.

 

In Alchimia esiste il concetto di “operazione a due vasi”,dove i due “vasi” indicano gli elementi della coppia.Si tratta di una “fusione alchemica” nella quale il maschio,simboleggiato dal Sole e dall’Oro,e la femmina,simboleggiata dalla Luna e dall’Argento,trovano l’unione perfetta,sia sul piano psicofisico che su quello animico.Perchè tale fusione riesca è necessario che i due si amino di un amore profondo ma incondizionato,passionale ma senza attaccamenti,e che procedano abbracciati nel perseguimento di un obbiettivo che li sovrasta entrambi.

 

Nella misura in cui permangono la paura di perdere il partner e il bisogno di avere qualcuno al proprio fianco per ottenere felicità,cioè in altre parole,nella misura in cui siamo ancora identificati con la personalità,non è possibile una completa FUSIONE FRA LE ANIME.

Quando ci “sposiamo” animicamente con qualcuno,quando cioè l’irresistibile espansione del nostro Cuore alla presenza dell’amato ci porta ad accogliere,e finalmente a conoscere,la sua anima,allora diveniamo lui.

Se l'”operazione a due vasi” è riuscita,fra i due Cuori si stabilisce un contatto stabile lungo tutta la giornata.

“Perchè l’amore è una virtù che trasforma l’amante nell’amato” G. Franciscus

Dal libro “OFFICINA ALKEMICA” di Salvatore Brizzi ediz. Anima

 

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