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Sto facendo delle riflessioni in questo periodo perché incontro sempre più persone nei miei consulti,  con SATURNO nei PESCI nel Tema Natale di nascita, che sta subendo la quadratura di Saturno di transito in SAGITTARIO (il famoso ritorno di Saturno) che mi pone di fronte domande di senso profondo sulla vita e la sofferenza. Quanto è necessaria, e quando la possiamo abbandonare consapevolmente?

So che anche i Temi Natali con Saturno e pianeti nei segno dei Gemelli, Vergine e soprattutto Sagittario si trovano anche loro ad avere a che fare in maniera decisiva con il cosiddetto ritorno di Saturno, ma per motivi misteriosi è proprio il Saturno nel segno dei Pesci quello che mi sta muovendo interiormente più di tutti, sfumature e domande sul dolore e l’essenza della vita. Sarà  Marte in Pesci del mio Tema Natale che risuona, saranno tante cose chiaramente non casuali, ma è di questo che ora proverò a comprendere la chiave.

Emergono tante ferite dal passato nei consultati che si trovano Saturno in Pesci sollecitato dal transito di Saturno in Sagittario, complice anche Mercurio retrogrado, che ora più che mai sta attingendo alle nostre profondità più remote, ma una più di tutte è la parola che giunge nei racconti: l’IMPOTENZA. Ascolto il vissuto biografico di ogni individuo con cui mi capita di avere un confronto, ognuno è diverso e unico nella sua essenza, ma c’è una cosa comune a tutti; è stato attraversato durante l’infanziail sacrificio di qualcosa di sè molto prezioso. La spensieratezza, le vivacità, l’ottimismo, la gioia, sono stati messi in secondo piano (sacrificati) in favore all’ASCOLTO DEL DOLORE ALTRUI. Tramite l’ascolto di quest’ultimo, e solo tramite un parziale annullamento di sè in favore dell’altro, si ha potuto ricevere amore e attenzione.

 

Ci sono molti casi di cura precoce rispetto a fratelli, parenti o figure genitoriali verso cui si è dovuti essere il SOSTEGNO, si è dovuto soccorrere o si è sentita la loro soffrenza, senza poter nè salvare nè proteggere. La simbologia Pesci, Nettuno e Saturno, legati insieme in questo unico simbolo portano a una sensazione originaria di  grande voragine, vuoto e impotenza che risuona ogni volta che ci si ritrova nella stessa situazione di soccorso verso i più deboli (di cui in genere si rimane inconsapevoli e proprio per questo se ne attira un gran numero da adulti di cui prendersi cura nuovamente generando un circolo vizioso in cui ci si sente ancora incompresi). Ci sono stati casi di limitazione della propria libertà di movimento e di creazione autonoma subite da molto piccoli e spesso dimenticate.

Sono tutte situazioni però che riportano le tematica fortissima del DOVER ACCETTARE qualcosa di più grande e incomprensibile, il NON POTERE AVERE SOSTEGNO NOI STESSI e gli avvenimenti sono stati percepiti come un disastro fatale, in cui nel “prima dell’avvenuto strappo” o nella propria immaginazione di qualcosa di perduto per sempre, vi è l’immagine di un Eden e un Paradiso senza dolore. Un Paradiso che si ha inevitabilmente perduto in tenera età e che ha a che fare in maniera evidente con una parola: dolore.

Spesso questo vissuto primordiale è anche legato a un ricordo pre-nascita della nostra Anima in comunione con il tutto, ed essere precipitati sulla terra e in un corpo fisico, porta con sè e ha già in seme la perdita, di cui la simbologia Pesci, sembra conservare una traccia di memoria inconscia ed essere con essa più in contatto di tutti, essendo l’ultimo segno dello Zodiaco, il più vicino alla dissoluzione e al ritorno al Tutto cosmico.

L’elemento dove abbiamo Saturno di nascita, corrisponde alla nostra zona psichica più DIFESA e VULNERABILE e proprio per questo, dove noi abbiamo dovuto mettere una barriera protettiva e un rigido schema di difesa: l’armatura di Saturno che ha avuto infatti l compito di PROTEGGERCI (laddove qualcuno non l’ha potuto fare per noi) da dolori troppo forti per poter essere retti. I Saturno nei segni d’acqua dunque, quindi Pesci, Scorpione e Cancro, hanno molto a che fare con contenuti emozionali carichi e sofferenti di emozioni da sciogliere e da sbloccare dalla barriera Saturnina.

Saturno nei Pesci o in 12 Casa, richiamando l’ultimo simbolo dello Zodiaco, è messo più di tutti gli altri in contatto con le esperienze umane riguardanti il massimo livello evolutivo del SENTIMENTO che appartengono a contenuti archetipi personali e collettivi. Come se si trovasse già al suo ultimo stadio evolutivo, pronto a sciogliere l’ultima barriera di separazione rimasta all’essere umano,  quella del cuore. Inizia con esperienze che si costellano in questo senso già dalla sua infanzia, proprio per velocizzarne il processo. Quelle esperienze dunque che riguardano grandi temi come il PERDONO, la GUARIGIONE, la SOFFERENZA, la MALATTIA, la DETENZIONE (effettiva come carceraria, di cui la Casa 12 è simbolo, ma generalmente più come costrizione psichica e vissuto di ISOLAMENTO e DIVERSITà).

Se si hanno forti valori  Pescini o Saturno nei Pesci, ci si è in tutti i modi difesi da questo oceano di sentimenti che rischiavano di sommergerci fin dall’infanzia, ma essi sono presenti congelati dentro di noi e aspettano di poter uscire liberi. Saturno ora nel Sagittario di transito sta toccando tutti questi Saturno in questi due anni e mezzo di permanenza nel segno, e porterà a far riemergere questi contenuti in prospettiva di una guarigione.

I dolori e le sofferenze che possiamo aver subito e che riaffiorano appartengono a qualcosa di così umananmente incomprensibile tramite la semplice ragione, e da bambini quel Saturno, o con un tema natale a forte contenuto Pesci e Nettuno, ha protetto questo dolore, mettendoci nel ruolo di salvatore, di martire, di ascoltatore: ora questo RUOLO DEVE MUTARE ed è per questo che siamo qui, e i transiti e le crisi hanno questo compito se ci poniamo in ascolto più ampio.

Solo attraverso un grosso salto e passaggio di prospettiva a un livello superiore possono essere sentimenti accettati e non subiti. Attraverso qualcosa che ha a che fare con la sublimazione verso qualcosa di più grande di noi, qualcosa che ha come fine il raggiungimento della VERA INTEGRAZIONE delle più grandi parole, che spesso diamo per scontata, ma di cui non conosciamo il vero signficato: L’AMORE.

Ho pensato davvero tanto alle persone che in questo momento della mia vita sto attirando per la legge della sincronicità e che mi pongono davanti questo quesito di senso:

perchè mi è toccata questa sofferenza?

Perchè questo dolore?

Spesso non so cosa rispondere. Come si fa a rispondere di fronte a malattie gravi in famiglia o proprie, sofferenze protratte in cui ci si sente diversi da quello che il mondo si aspetta, persone dotate di una sensibilità profondissima che non viene capita, se non da pochissimi? Come si fa a risponder loro di accettare questo peso come disegno che ha un senso che prima o poi ci verrà svelato dall’Universo?

Soffro con loro, anche se non posso rivelarglielo e sto dentro la marea che ci invade alla ricerca di direzione o di un faro. A volte d’improvviso si aprono degli squarci e riesco a immaginare (anche se pare un disegno lontano a chi si trova immerso in questa acqua senza confini nè terra), che l’Anima che ha scelto di incarnarsi in questa dinamica, ha già in sè una MAESTRIA acquisita in secoli e secoli, e tutta questa ABBONDANZA DI AMORE, va solo ricontattata, fatta emergere e LIBERATA.

Solo l’Amore può abbracciare il bene e il male in unico grande abbraccio. L’amore unisce le ambivalenza e può far pace con la antica rabbia del passato.

Perchè fin da bambini si ha assorbito questo scacco dalla vita e questo sacrificio di sé? Perchè essere catapultati nel ruolo di terapeuti di famigliari e spesso di partner amici e congiunti anche da adulti, perchè?

Io penso proprio PERCHè LO SI SA FARE BENE.

Non credo che S. Francesco che ha curato le persone malate e i poveri per tutta la vita, o altre figure che si sono occupate di cura, di sociale, di spirito e di aiuto, non possano non avere a che fare con questa maestria acquisita. La differenza è CHE FINALMENTE LO HANNO SCELTO e vissuto dunque in modo concreto con VERA GIOIA. Se la nostra Anima ha scelto di incarnarsi con un Saturno In Pesci nel Tema Natale, l’ultimo segno dello Zodiaco prima dell’inizio del nuovo ciclo, è perchè l’Anima ha già portato dentro di sè tutte le esperienze umane che hanno a che fare con la propria sopravvivenza, la sicurezza, la creazione di un lavoro e di un ruolo sociale, ed è pronta per abbandonarle, non occuparsene più in modo totale ma passare oltre.

Non stare più nella condizione di bisogno e di richiesta ma essere nella parte di COLUI CHE Dà E RESITUISCE AL MONDO UN CONTRIBUTO DI AMORE ALL’UNIVERSO. Penso che l’aver imparato ad ascoltare, a SENTIRE LE EMOZIONI ALTRUI, ha svilupppato per forza quella parola che prende il nome di COMPASSIONE; qualcosa che forse le persone imparano in tante e tante esistenze, e che ora si è pronti A VIVERE.

Se ci si trova di fronte a queste esperienze nuovamente, è perchè si deve fare il SALTO DALL’ALTRA PARTE: da VITTIME che hanno dovuto assorbire e curare, a persone consapevoli, che mettono la loro anima AL SERVIZIO di altre ANIME. A guaritori, terapeuti, medium.

Questo non dev’essere senz’altro confuso con il farsi suore o preti o abbracciare per forza una fede o una disciplina spirituale, abnegando o peggio rinunciando a tutto per fuggire in una presunta santità o martirio sacrifcale (lato ombra dei Pesci insieme al vittimismo e al crogiolo nella passività senza reazione) ma  io credo che il Pesci e la 12 Casa, siano OLTRE QUALSIASI FORMA DEFINITa e catalogabile. Non ci sono più dogmi, non ci sono più apparenze, nè ruoli, c c’è la vera libertà dell’Anima e la piena COSCIENZA D’AMORE CHE SI ESPANDE E Dà, SENZA RISERVE PERCHè L’AMORE è INFINITO.
Io capisco che siamo individui finiti, con un corpo fisico e delle bollette da pagare, inseriti in un contesto concreto di vita quotidiana, e proprio per questo capisco quanto possa essere enorme il salto per quel povero Saturno in Pesci, che cerca di tenere duro e conservare la persona protetta dal frantumarsi come Io- Identità. Spesso la persona è protetta dalla morsa della PAURA e del DOLORE, ma io credo che la chiave sia proprio questa: la chiave è andare DOVE ABBIAMO PIù PAURA.
Verso quella frantumazione.
Dove abbiamo paura di spezzarci in mille pezzi.
Lì forse avviene il miracolo, l’Anima viene liberata perchè torna a Casa, là dove c’è il vero disegno che aveva scelto, e cioè quello di essere in TOTALE COMUNIONE E AMORE CON GLI ALTRI ESSERI UMANI. Non solo il partner, non solo il fratello, la madre, la moglie, il figlio, (anzi non più il partner e gli amici) ma gli esseri umani tutti, senza nome nè volto, il carcerato, il malato, il vicino di casa, il diverso, l’emarginato, il bambino. Solo così l’anima Nettuniana del Pesci potrà sentirsi COLMATA e non più MANCANTE E VUOTA CON LA SUA VORAGINE D’AMORE. Andando a curare anime che hanno sofferto e soffrono più della sua (con consapevolezza e non per ricevere amore come da piccoli) ma congiungendosi con l’altrui sofferenza IN MANIERA PERò ADULTA E CONSAPEVOLE E QUINDI SCELTA E NON PIù SUBITA, si potrà trasformare in qualcosa d’altro.
Questo ci riempirà totalmente DI AMORE, e lenirà tutte le ferite subite e la solitudine di una vita. Non ci sarà più L’ANTICA PERCEZIONE DI SOLITUDINE E ESTRANEITà percepita da bambini, perchè si fluirà nella corrente piena della vita delle condivisione umane GRAZIE ALL’AMORE CHE TUTTO RIUNISCE senza separazione alcuna. Nulla è andato perduto, vi è solo un fuoco bollente da scongelare, fa un po’ male all’inizio, come quando ci si congelano le mani e i piedi e perdiamo sensibilità, quanto dolore… quando il sangue riprende a circolare, quanta vita che ritorna, riprendiamo l’uso di ciò che per lungo tempo avevamo paura di contattare, IL SENTIMENTO DI AMORE e di EMPATIA con tutto il genere umano.
Anna Elisa Albanese

 

Qualche volta ho avuto contemporaneamente nelle mie mani la mano guantata e bianca che sta in alto e la grossa mano nera che è in basso, e vi ho sempre riconosciuto soltanto un uomo. Dopo che tutto questo mi è passato davanti io dico che l’umanità ha un sinonimo: eguaglianza e che sotto il cielo vi è una cosa soltanto davanti alla quale dobbiamo inchinarci: il genio; ed una soltanto davanti alla quale dobbiamo inginocchiarci: la bontà.

Victor Hugo

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3 Replies to “RIFLESSIONI SUI SATURNO IN PESCI ( E I SATURNO NEI SEGNI D’ACQUA)”

  1. Cara Anna Elisa, GRAZIE ! Io sono ascendente Pesci con Saturno (in prima casa) congiunto all’ascendente e….come mi hanno parlato le tue parole e come mi hanno dato conferma di tutto ciò che ho vissuto e percepito in questi anni. Mi è chiaro, da sempre, che tutta la sofferenza che ho sentito, andava trasformata in amore da condividere … In parte, è sempre stato così; ora sto affinando il dono che ho ricevuto, per essere al servizio delle mie sorelle e fratelli nell’umanità.
    Grazie di cuore per questa conferma.
    Ti abbraccio con profondo affetto.
    Raffaela

  2. Grazie lo rileggero’ più e più volte…
    Sono Pesci nello stesso segno ho anche mercurio, chirone, e venere congiunto a Saturno …a parte il sole che è in VI tutti gli altri sono in VII casa … Ho sempre sofferto nelle relazioni…..speriamo che dopo questo passaggio ci sia finalmente una rinascita….il tuo scritto mi fa ben sperare.. Grazie cara!

  3. beh io ho Saturno in prima casa (però ho la Luna in Pesci tra la 3a e la 4a casa opposta al mio sole e Nettuno in Scorpione) e mi ci ritrovo perfettamente in quello che hai descritto, a cominciare da un infanzia difficile, il dolore e la paura di vivere sempre nella paura, il dover crescere in fretta per badare ai fratelli fin da piccolissimo, aver dovuto cominciare a lavorare a 14 anni, come se non avessi avuto mai un’infanzia. Il dolore mi ha accompagnato per lungo tempo nella mia vita, ma nonostante tutto sono sempre riuscito a riemergere dai momenti bui, e ora al mio terzo “Saturn return” sono diventato un healer mosso da un genuino senso di compassione. Grazie

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